Prezzi ancora in salita nei prossimi mesi. A partire dai costi dell’energia e in generale delle principali materie prime, riflettendosi a cascata sui prezzi delle vendite e delle bollette per i consumatori, della produzione e dell’import per l’industria. A certificare l’attesa di nuovi rincari è l’Istat. “Dalle aspettative di inflazione degli operatori economici ad agosto sono emerse indicazioni di nuovi incrementi dei prezzi per i prossimi mesi”, indica l’Istituto di statistica nella Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana, rilevando anche che è “salita la percentuale dei consumatori che si attendono un forte aumento dei prezzi, mentre tra le imprese si manifestano attese di rincari nel settore delle costruzioni e per i beni del comparto manifatturiero destinati al consumo”. Uno scenario di fronte al quale anche Confindustria torna a chiedere un intervento per mitigare il problema che sul fronte delle materie prime, come rimarcato in questi giorni, non è solo dell’industria italiana ma europea. “Queste tensioni di mercato devono essere comprese nei loro fattori di origine e gestite di conseguenza. Non devono farci arretrare rispetto agli obiettivi di sostenibilità” per le generazioni future, “né mettere a repentaglio lo slancio produttivo del Paese, soprattutto in questa delicata fase di ripresa”, avverte Bonomi. Il numero uno di Confindustria porta i dati: il prezzo dell’energia elettrica è aumentato di oltre l’80% rispetto a gennaio di quest’anno, quello del gas naturale, da cui dipende il prezzo dell’energia elettrica, di oltre il 100%. Ad agosto, in base alla stima preliminare diffusa dall’Istat a fine mese, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) ha registrato un incremento annuo del 2,1% (2 decimi di punto al di sopra del mese precedente). E a correre di più sono stati i beni energetici, con un rincaro che sfiora il 20% e una crescita decisamente sostenuta per le tariffe di luce e gas (di oltre il 34%), aumentate a luglio. Il primo ottobre scatteranno le tariffe aggiornate per l’ultimo trimestre dell’anno. In attesa di un eventuale nuovo intervento di riduzione da parte del governo, i consumatori già temono “la stangata d’autunno” che, secondo il Codacons potrebbe pesare fino a 1.500 euro in più a nucleo, ed il rischio di maxi-aumenti per le bollette.