
Nemmeno l’amore, a quanto pare, è davvero gratis. A Verona, il celebre balcone di Giulietta – meta obbligata per milioni di innamorati e curiosi – diventa accessibile solo a pagamento: 12 euro per entrare nel cortile, accarezzare la statua bronzea della giovane Capuleti e affacciarsi dal terrazzo che la tradizione ha consegnato alla storia come scenario del dramma shakespeariano. Una novità che il Comune ha introdotto in via sperimentale fino al 6 gennaio, trasformando il romantico edificio nel cuore della città in un luogo a numero chiuso e rigidamente regolamentato.

La decisione arriva nel pieno della stagione natalizia, quando Verona si riempie di visitatori. E loro, puntuali, non rinunciano alla tappa simbolo del mito di Romeo e Giulietta: tutti in fila per rivivere da vicino, cinque secoli dopo, la leggenda degli amanti più sfortunati della letteratura. Un rituale che continua a esercitare un fascino irresistibile, nonostante si sappia bene che la casa, il cortile e il celebre balcone siano ricostruzioni ottocentesche senza alcuna base storica. Ma il potere dell’immaginazione, si sa, talvolta conta più dell’autenticità.
La nuova “tassa sull’amore”, però, non si limita a introdurre un biglietto d’ingresso. Sono state fissate regole precise per gestire i flussi, sempre più massicci. Non più di 1.460 visitatori al giorno potranno accedere al sito; massimo 45 persone alla volta nelle sale del museo, con turni serrati da 15 minuti.

Persino il selfie di coppia davanti alla statua di Giulietta dovrà rispettare un cronometro: 60 secondi per catturare il momento e lasciare spazio ai successivi.
C’è chi parla di un provvedimento necessario per tutelare il luogo, ormai travolto dal turismo di massa, e chi invece denuncia una mercificazione eccessiva del mito romantico più famoso al mondo. Resta il fatto che il pellegrinaggio sotto il balcone continua, e probabilmente continuerà sempre: perché Verona, con le sue architetture, le sue leggende e le sue messe in scena, rimane un’inesauribile fabbrica di sogni. Anche quando quei sogni, ora, hanno un prezzo.
@Redazione Sintony News