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9 Dicembre 2025

Australia, stop ai social per i minori di 16 anni

Instagram, TikTok, YouTube e gli altri social: le piattaforme rischiano multe fino a 49,5 milioni di dollari australiani per chi permette l’uso ai minori

Mercoledì 10 dicembre, in Australia entra in vigore una legge senza precedenti: i minori di 16 anni non potranno più utilizzare le piattaforme social, quindi stop a: Instagram, Facebook, TikTok, X, YouTube, Snapchat, Threads, Reddit. Vietato anche l'utilizzo dei servizi streaming come: Twitch e Kick. Restano attivi per gli under 16 solamente YouTube Kids e LinkedIn.

La norma voluta dal governo australiano vieta per i minori la creazione di nuovi account e richiede la disattivazione o la cancellazione di più di un milione di account esistenti. L’Australia diventa così il primo Paese a stabilire per legge un’età minima obbligatoria per l’uso dei social media così da proteggere i minori.

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L’attuazione del divieto apre una serie di criticità, dalla reale capacità delle istituzioni di impedire ai più giovani di aggirare le regole alle possibili ricadute per le aziende tecnologiche e per gli stessi minorenni.

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Dal 4 dicembre, Meta, proprietaria di Facebook, Instagram e Threads, ha avviato la rimozione degli account riconducibili ai giovanissimi. Nei giorni precedenti i profili degli utenti tra i 13 e i 15 anni, erano stati raggiunti da notifiche che annunciavano la chiusura imminente degli account. Scondo quanto riportato dall' AGI, l’operazione coinvolgerà oltre un milione di profili destinati al blocco.

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La nuova legge ha immediatamente diviso l’opinione pubblica suscitato reazioni contrastanti: le grandi aziende tecnologiche, insieme ai sostenitori della libertà di espressione, hanno criticato il provvedimento, mentre molti genitori lo hanno accolto con favore.

Secondo Tama Leaver, docente di Internet Studies alla Curtin University, l'Australia è sì il primo paese a introdurre una misura così restrittiva ma osserva come altri paesi europei stiano guardano con interesse alla ricerca di modelli che possano regolamentare influenzare dei colossi digitali. Per Leaver, il divieto rappresenta un segnale chiaro della crescente volontà di controllare l’accesso ai social per tutelare i più giovani.

Il testo di legge non prevede sanzioni per ragazzi e genitori, ma le piattaforme che trasgrediranno la legge rischiano sanzioni fino a 49,5 milioni di dollari australiani.

Per adeguarsi, i social dovranno implementare sistemi affidabili di verifica dell’età: dall’analisi del volto ai controlli documentali, fino a tecnologie biometriche e indicatori comportamentali basati sull’intelligenza artificiale.

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L’obiettivo dichiarato è proteggere la cosiddetta Generazione Alpha, dai rischi già evidenziati nelle precedenti generazioni.

A livello globale l’età minima per accedere ai social oscilla tra i 13 e i 16 anni: alcuni Paesi, come la Cina, adottano sistemi di controllo rigidi con modalità d' uso limitato; altri, come il Kenya, delegano la responsabilità alle piattaforme. In altri ancora, come in Pakistan, i divieti sono stati introdotti e poi ritirati.

Resta ora da capire quale sarà il prossimo Paese a seguire la strada tracciata da Canberra.

Letizia Demontis