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21 Novembre 2025

Ecco chi guadagna di più in Italia secondo l'Inps

Il settore Alloggio e Ristorazione registra i salari medi più bassi, con appena 11.233 euro annui e solo 183 giornate retribuite

L'Osservatorio statistico dell'INPS sui lavoratori dipendenti del settore privato nel 2024 restituisce un quadro complesso del mercato del lavoro italiano. Con 17,7 milioni di lavoratori censiti, in aumento del 2% rispetto al 2023, la crescita occupazionale convive con profonde disparità retributive. La retribuzione media annua si attesta a 24.486 euro, in crescita del 3,4%, ma i numeri complessivi nascondono differenze abissali tra le categorie professionali e i settori economici.

La struttura salariale italiana è rigidamente verticale, con retribuzioni che cambiano drasticamente al crescere della qualifica: i dirigenti, pur rappresentando solo lo 0,8% del totale, percepiscono uno stipendio annuo medio di 163.643 euro, oltre sei volte superiore a quello di un operaio (€ 18.227) e circa undici volte superiore a quello di un apprendista (€ 14.610).

Chi guadagna di più in Italia? Le retribuzioni nel settore privato secondo l 'INPS - VistoTV

Gli Operai costituiscono la maggioranza dei lavoratori (56%), con una retribuzione media di 18.227 euro annui. La disuguaglianza retributiva è marcata anche tra i settori economici, evidenziando una forte concentrazione di ricchezza nei comparti ad alta specializzazione.

Il settore Alloggio e Ristorazione registra i salari medi più bassi, con appena 11.233 euro annui e solo 183 giornate retribuite, nonostante abbia trainato la crescita occupazionale con un aumento del 5,2% e 100.022 nuovi lavoratori. 

Il 2024 conferma un netto divario salariale di genere, amplificato dalle diverse tipologie contrattuali: i lavoratori maschi (57% del totale) percepiscono una retribuzione media annua di 27.967 euro.

Chi guadagna di più in Italia, la classifica degli stipendi

Le lavoratrici percepiscono in media 19.833 euro.

Il divario è di oltre 8.000 euro annui, pari a una differenza superiore al 29%.

Questo gap è strettamente collegato al part-time, che coinvolge il 49% delle donne contro il 21% degli uomini.

La combinazione di salari bassi e contratti part-time contribuisce al fenomeno del lavoro povero: il 46,1% dei dipendenti guadagna meno di 20.000 euro. Questa percentuale scende drasticamente al 27,1% se si considerano solo i lavoratori a tempo pieno.

Circa 758.699 lavoratori vivono di lavoro intermittente (aumento del 4,9%), con una media di soli 48 giorni di lavoro e una retribuzione media annua di 2.648 euro.

Anche i lavoratori in somministrazione (915.062 unità) hanno una retribuzione media bassa di 10.578 euro per 133 giornate di lavoro. In questo segmento, il divario di genere è ancora più marcato: gli uomini guadagnano 11.839 euro e le donne 8.889 euro.

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L'occupazione e le retribuzioni seguono una chiara divisione territoriale, rispecchiando le differenze strutturali dei sistemi produttivi:

Al Nord-ovest (31,4% dei lavoratori): retribuzione media di 28.852 euro.

Nord-est (23,3% dei lavoratori): retribuzione media di 25.723 euro.

Mezzogiorno (17,2% dei lavoratori): retribuzioni medie più basse.

La dinamica occupazionale del 2024 è guidata principalmente da tre settori a basso reddito, che spiegano il 60% dell'aumento totale degli addetti: Alloggio e Ristorazione (+100.022 lavoratori), Commercio (+66.993) e Costruzioni (+38.196). Questa tendenza evidenzia una crescita del lavoro che è prevalentemente quantitativa e che non si traduce in un miglioramento diffuso della qualità dei redditi.

 

 

@Redazione Sintony News