
Un'ondata di gioia e un forte segnale politico hanno travolto New York City con l'elezione di Zohran Mamdani a 111° Sindaco. Il 34enne, membro dei Democratic Socialists of America, è stato dichiarato vincitore appena mezz'ora dopo la chiusura dei seggi, segnando la fine di una "dinastia politica" e l'inizio di una nuova era per la città.
Nel suo discorso della vittoria, tenuto ieri notte in un teatro di Brooklyn, Mamdani ha incassato il trionfo e lanciato un messaggio potente: «Il futuro è nelle nostre mani. Giriamo pagina su una politica che abbandona molti e risponde solo a pochi. New York oggi ha conquistato un mandato per un cambiamento, un mandato per un nuovo tipo di politica, per una città che possiamo permetterci».

Mamdani, nato in Uganda da genitori di origine indiana (madre regista e padre docente), è il primo sindaco musulmano e il primo del sudest asiatico di New York. Ha subito rivolto la sua attenzione al Presidente Donald Trump, che aveva invitato a votare per il suo rivale, minacciando di tagliare i fondi federali.
«Donald Trump, siccome so che stai guardando, ho quattro parole per te: Turn the volume up!» (alza il volume). Mamdani ha definito Trump un «despota», promettendo che New York sarà «la luce in questo momento di oscurità» e la città che "mostrerà come sconfiggere Donald Trump".
Il neo-eletto sindaco ha concluso il suo attacco con una dichiarazione di unità che celebra la diversità della città: «Ascolta, Trump: per arrivare a uno di noi, dovrai passare attraverso tutti noi».

La vittoria di Mamdani è stata una dimostrazione di mobilitazione popolare senza precedenti. Il suo successo è stato possibile grazie a un esercito di 104.000 volontari, molti dei quali giovani, che hanno bussato a 3 milioni di porte e realizzato 4,4 milioni di telefonate.
L'affluenza ha superato i due milioni di voti, la più alta registrata dal 1969. Con il 90% dei voti scrutinati, Mamdani ha ottenuto il 50% delle preferenze, superando l'ex governatore Andrew Cuomo (candidatosi come indipendente dopo essere stato sconfitto da Mamdani alle primarie democratiche) fermo al 42%, e il repubblicano Curtis Sliwa al 7%.
Mamdani ha ringraziato "la nuova generazione di newyorchesi", promettendo di lottare per tutti, dai "bottegai yemeniti ai tassisti senegalesi".
L'ex governatore Cuomo, nel suo discorso di sconfitta, si è congratulato con Mamdani, sebbene i suoi sostenitori abbiano espresso profondo disaccordo. Il candidato repubblicano Sliwa ha riconosciuto la sconfitta, rivelando di aver rifiutato un'offerta di 10 milioni di dollari per abbandonare la corsa, e ha promesso di vigilare affinché Mamdani mantenga la città sicura.

Mentre il New Yorker celebra l'inizio dell'«era Mamdani» – notando che i newyorchesi non volevano un politico insider –, il New York Post ha titolato "The red Apple" (La Mela rossa) con un disegno del vincitore che solleva la falce e il martello, sottolineando l'orientamento a sinistra.
Mamdani ha promesso che il suo programma sociale sarà il più ambizioso dai tempi del sindaco italo-americano Fiorello La Guardia e che City Hall non userà "mai più l’islamofobia per vincere una elezione".
La sua elezione, insieme alle vittorie delle governatrici democratiche moderate Mikie Sherrill in New Jersey e Abigail Spanberger in Virginia, riapre il dibattito sulla direzione ideologica che il Partito Democratico dovrà assumere per sconfiggere definitivamente il trumpismo.
@Redazione Sintony News