Dire il proprio nome completo per Laurence Watkins è un’impresa che richiede circa venti minuti. Non per scarsa loquacità, ma perché il suo nome conta la bellezza di 2.253 parole, un vero e proprio romanzo d’identità che occupa sette pagine dei registri anagrafici.
L'ex sergente dell'esercito e guardia di sicurezza, oggi sessantenne, è il detentore ufficiale del Guinness World Record per il nome personale più lungo al mondo.
Per tutti è, più semplicemente, Laurence Watkins. Ma il suo atto di nascita inizia con "Laurence Alon" e si conclude con "Beaulincourt Aldenham Watkins", passando attraverso oltre duemila epiteti, titoli nobiliari, riferimenti sportivi e culturali.
Nato come Laurence Gregory Watkins, il neozelandese aveva una singolare ambizione fin da giovane: entrare nel Guinness dei Primati. La prima idea fu scartata perché irrealizzabile: battere il record della coppia con la maggiore differenza di altezza tra marito e moglie. Serviva infatti una candidata ben 91 centimetri più bassa di lui, un requisito che si rivelò "introvabile".
Decise quindi di puntare sul nome, una sfida che trasformò in un progetto decennale di ricerca e raccolta.
Watkins passò anni a selezionare meticolosamente ogni singola parola: titoli nobiliari e religiosi come Baron, Count e Pope, nomi esotici dal Samoano al Giapponese, e perfino omaggi a personaggi come il ginnasta olimpico Mitch Gaylord. Aggiunse anche un tocco di "follia organizzata" con l'acronimo AZ2000, a simboleggiare l'incredibile lista di nomi dalla A alla Z.
Nel 1990, Watkins sottopose l’immensa lista alle autorità neozelandesi, che inizialmente opposero un netto rifiuto. Ma l'aspirante recordman fece ricorso fino all'Alta Corte, vincendo la sua battaglia per l'identità nel 1992. Il suo nome, all'epoca di 2.310 parole e poi rivisto a 2.253, ottenne il riconoscimento ufficiale dal Guinness.
La sua impresa più memorabile resta, forse, il matrimonio del 1991. Il celebrante impiegò ben venti minuti per leggere l'intero nome dello sposo, mentre gli invitati sorseggiavano champagne in attesa del fatidico “Lo voglio”.
"Ogni parola racchiude un frammento della mia vita o un ricordo particolare," racconta Watkins, che nella vita di tutti i giorni usa la versione abbreviata Laurence Alon Aloy Watkins e firma come Watkins V (quinta generazione).
Per Laurence, il nome è un tesoro di affetti e determinazione. Tra i suoi preferiti ci sono Kalwhakamatautau e, ovviamente, AZ2000.
Oggi, il suo record è al sicuro. A seguito della sua stravaganza, infatti, la Nuova Zelanda ha modificato la legge, vietando l’uso di titoli ufficiali, numeri, simboli, parole offensive o nomi con oltre 70 caratteri.
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