Dopo l’anteprima romana al Cinema Nuovo Sacher, Grazia, il nuovo film della regista Paola Columba, approda anche in Sardegna. L’opera, interamente girata in lingua sarda nuorese antica, sarà proiettata in prima visione dal 9 ottobre a Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari, per poi arrivare nelle principali città italiane come Roma, Milano, Bologna e Firenze.
Prodotto da Baby Films con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Sardegna, della Provincia di Nuoro, della Fondazione di Sardegna, della Sardegna Film Commission e di Filming Cagliari, Grazia rappresenta un ritratto inedito e profondo della giovane Grazia Deledda, unica scrittrice italiana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura.
La regista Paola Columba ha scelto di realizzare un’opera coraggiosa e identitaria, affidando il ruolo della protagonista alla giovane Barbara Pitzianti, al suo debutto cinematografico. Accanto a lei un cast ricco di interpreti sardi, tra cui Giuseppe Boy nel ruolo del padre di Grazia, e grandi nomi del cinema italiano come Donatella Finocchiaro (la madre di Grazia) e Galatea Ranzi (la giornalista Maria Manca).
Il film racconta gli anni della formazione della scrittrice nuorese, segnati da dolori familiari, passioni, amori e una determinazione fuori dal comune, mettendo in luce il percorso di una giovane donna che, nonostante le limitazioni sociali e culturali del suo tempo, riesce a realizzare il proprio sogno e a farsi ascoltare in un mondo dominato dagli uomini.
Grazia è, nelle parole della regista, “un racconto di formazione per immagini”, capace di esprimere la forza interiore, il talento e la volontà di emancipazione della scrittrice sarda. Attraverso la sua storia, il film dà voce a tutte le donne che, nella Sardegna e nell’Italia di inizio Novecento, hanno vissuto “in una sorta di clausura”, con pochi diritti e molti doveri imposti da una società patriarcale da cui è ancora difficile liberarsi del tutto.
“Grazia non è un biopic tradizionale”, spiega Paola Columba nelle note di regia. “Il racconto procede attraverso i ricordi e la memoria della protagonista, alternando il passato e il presente della narrazione. La voce fuori campo non è solo quella della narratrice, ma la sua voce interiore: il film è costruito come un dialogo tra la Grazia che vive e quella che osserva la propria vita da fuori”.
Il film, girato con la camera a spalla per coinvolgere emotivamente lo spettatore, vuole far sentire il pubblico accanto alla protagonista, dentro le sue emozioni, i suoi sogni e le sue ferite.
Paola Columba, vincitrice del Premio Flaiano con Legami di Sangue, ha già affrontato in passato temi legati all’identità femminile. Il suo documentario Femminismo! ha ottenuto una Menzione Speciale ai Nastri d’Argento e ha ispirato il saggio Il Femminismo è superato. Falso! pubblicato da Laterza.
Con Grazia, Columba rende omaggio a una delle più grandi figure della letteratura italiana, restituendole la voce e la lingua della sua terra. Un film che è al tempo stesso poesia visiva, atto politico e dichiarazione d’amore per la Sardegna e per le donne che la abitano
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