Le prime indiscrezioni sull’eredità di Robert Redford, leggenda del cinema americano e figura chiave nella promozione della cultura indipendente, stanno emergendo dalla stampa statunitense. Più che un semplice patrimonio economico, quello lasciato dall’attore 88enne – protagonista di capolavori come La Stangata, Butch Cassidy, I tre giorni del Condor e La mia Africa – è un’eredità culturale e filantropica, destinata a proseguire nelle mani di eredi e fiduciari, in linea con la volontà espressa dallo stesso Redford negli ultimi anni di vita.
Secondo fonti finanziarie americane, il patrimonio netto di Robert Redford si aggirerebbe attorno ai 200 milioni di dollari, suddiviso tra: immobili di pregio in California, Utah e New Mexico; diritti cinematografici e royalties; investimenti in arte contemporanea e progetti ambientali e una fitta rete di fondazioni no-profit.
Negli ultimi anni Redford aveva già cominciato a razionalizzare il suo portafoglio immobiliare: nel 2024 ha venduto la sua tenuta a St. Helena, nella Napa Valley, per 7 milioni di dollari, e messo sul mercato la casa costiera di Tiburon, nella baia di San Francisco, valutata 4,15 milioni.
Altre proprietà dismesse includono il celebre “The Horse Whisperer Ranch” nello Utah (ceduto nel 2023) e il Sundance Mountain Resort, venduto nel 2020 ai gruppi Capital Partners e Cedar Capital Partners, pur continuando a mantenere il marchio e l’ispirazione originaria.
Cuore pulsante dell’eredità culturale di Redford è il Sundance Institute, fondato nel 1981, e da cui nel 1990 nacque il Sundance Film Festival: la principale vetrina mondiale per il cinema indipendente, fucina di talenti come Steven Soderbergh, Quentin Tarantino, Chloé Zhao e Ryan Coogler.
Redford, secondo fonti vicine alla famiglia, avrebbe espressamente richiesto che il Sundance Institute continui a operare anche dopo la sua morte, mantenendo viva la missione originaria di “dare voce agli artisti emergenti e promuovere narrazioni autentiche”.
Allo stesso modo, sarà garantita la continuità della Way of the Rain Foundation, fondata a Santa Fe, nel New Mexico, insieme alla moglie Sibylle Szaggars, artista e attivista ambientale.
L’attore avrebbe predisposto una struttura legale dettagliata per garantire la sopravvivenza e l'autonomia delle sue iniziative, affidandone la gestione a un gruppo misto di eredi familiari e fiduciari professionisti.
La distribuzione dei beni è ora al vaglio degli avvocati, ma è chiaro che, anche da scomparso, Robert Redford continuerà a influenzare il panorama culturale americano e internazionale, in particolare per quanto riguarda il cinema indipendente e l’impegno per la sostenibilità ambientale.
In un mondo dello spettacolo sempre più dominato dalle logiche commerciali e dalle grandi piattaforme, Redford ha lasciato un segno indelebile, costruendo spazi per le voci fuori dal coro. L’eredità che lascia, quindi, non è solo economica: è una visione del futuro, un investimento nella libertà artistica, nella coscienza ecologica e nella responsabilità sociale.
Come ha spesso dichiarato:
«Il nostro compito non è solo raccontare storie, ma creare le condizioni perché altri possano raccontare le proprie.»
@Redazione Sintony News