La 77ª edizione degli Emmy Awards, tenutasi a Los Angeles, ha segnato una serata da ricordare per la televisione americana. Sul palco del Peacock Theatre, i grandi protagonisti della stagione si sono sfidati in una cerimonia che ha visto "The Studio" di Seth Rogen e Evan Goldberg scrivere la storia, con 13 premi vinti, diventando la serie comica più premiata in una singola stagione.
A rubare la scena anche "The Pitt", premiata come miglior serie drammatica, e la miniserie "Adolescence", che ha portato a casa sei statuette, incluso il premio che consacra il 15enne Owen Cooper come il più giovane vincitore di un Emmy da oltre 40 anni.
A trionfare è stata senza dubbio "The Studio", serie prodotta da Apple TV+ e creata da Seth Rogen ed Evan Goldberg, che ha battuto il record detenuto da "The Bear" (11 premi nel 2024). Oltre al premio come miglior serie comica, la serie si è aggiudicata riconoscimenti per la regia, la sceneggiatura e numerose performance attoriali e tecniche.
«Sono sinceramente imbarazzato da quanto mi renda felice questo», ha dichiarato un raggiante Rogen durante il discorso di ringraziamento, accompagnato dal cast e dalla troupe. Il premio per la sceneggiatura è stato condiviso con Goldberg e altri collaboratori di lunga data.
A ricevere il suo primo Emmy è stato anche Noah Wyle, che ha vinto come miglior attore in una serie drammatica per la sua interpretazione in "The Pitt", dove veste i panni di un medico del pronto soccorso stanco ma carismatico. Wyle era stato nominato più volte negli anni ’90 per il suo ruolo in “ER”, ma non aveva mai vinto.
La miniserie "Adolescence" ha ottenuto sei premi, affermandosi come una delle produzioni più apprezzate dell’anno. A spiccare è il premio a Owen Cooper, quindicenne protagonista nel ruolo di un adolescente problematico, che diventa così l’attore maschio più giovane a vincere un Emmy in oltre quattro decenni. Il premio come miglior attore protagonista in una miniserie è andato invece a Stephen Graham, anche co-creatore della serie.
Tramell Tillman, 40 anni, è stato premiato come miglior attore non protagonista in una serie drammatica per il suo ruolo in “Severance” (“Scissione”), diventando il primo uomo afroamericano a vincere in questa categoria. Nel backstage, Tillman ha reso omaggio ai pionieri del mestiere: «Attori come Andre Braugher e Michael K. Williams mi hanno ispirato per anni. Sono onorato di essere qui grazie a loro».
Nel suo toccante discorso, ha ringraziato sua madre: «C’è stato un tempo in cui era l’unica persona al mio fianco. Non c’è niente come l’amore di una madre».
Emozioni anche per il cast di "Hacks", con Hannah Einbinder che ha vinto il suo primo Emmy per il ruolo della giovane stand-up comedian Ava Daniel. Nel suo discorso, Einbinder ha chiuso con un messaggio politico forte: «Fuck ICE e Free Palestine», frase che ha immediatamente fatto discutere dentro e fuori la sala.
Jean Smart, sua co-protagonista, ha vinto per la quarta volta consecutiva come miglior attrice protagonista in una serie comica, confermandosi una colonna della serie e una presenza fissa tra i vincitori.
Arrivata alla cerimonia con il maggior numero di nomination, “Severance” ha chiuso la serata con sole due vittorie, tra cui quella storica per Tillman. Una performance sotto le aspettative per una delle serie più attese dell’anno.
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