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12 Settembre 2025

Pink Floyd, 50 anni di Wish You Were Here: l’album-manifesto che ha cambiato la storia del rock

Cinquant’anni fa usciva Wish You Were Here, il nono album in studio dei Pink Floyd

12 settembre 1975 – 12 settembre 2025. Cinquant’anni fa usciva Wish You Were Here, il nono album in studio dei Pink Floyd, destinato a diventare non soltanto un capolavoro della musica rock, ma anche un manifesto di ribellione e modernità capace di influenzare generazioni, linguaggi e movimenti culturali.

Reduci dal successo planetario di The Dark Side of the Moon, i Pink Floyd arrivano al nuovo lavoro in un momento di tensione interna. La band vive una crisi creativa e personale, con Roger Waters sempre più centrale nella scrittura dei testi e il fantasma di Syd Barrett, l’amico perduto, che aleggia ovunque.
I brani affrontano il tema dell’assenza, della disillusione verso un’industria discografica vista come matrigna e della fragilità umana rappresentata dal crollo mentale di Barrett, vittima della tossicodipendenza.

Wish You Were Here" dei Pink Floyd compie 50 anni e non perde il suo  fascino | Libertà

Ad aprire il disco è Shine On You Crazy Diamond, un inno struggente diviso in più parti, che inizia con oltre otto minuti di strumentale ipnotico. “Ricorda quando eri giovane, splendevi come il sole”, canta Waters, tratteggiando il ritratto poetico e drammatico di Syd Barrett. La canzone diventa un requiem rock, un abbraccio malinconico al compagno che non c’è più.

Il disco, composto da sole cinque tracce, si sviluppa con una coerenza concettuale rara. Welcome to the Machine denuncia l’alienazione dell’industria musicale, il tradimento del progresso trasformato in meccanismo senz’anima. Have a Cigar, ironica e amara, mette alla berlina i manager più interessati al profitto che all’arte. E poi c’è la title track, Wish You Were Here, destinata a diventare una delle ballad più celebri della storia del rock, simbolo di mancanza, malinconia e speranza.

Anche la copertina, con due uomini d’affari che si stringono la mano mentre uno dei due prende fuoco, racconta lo spirito dell’opera: un mondo dove per stringere patti col potere ci si brucia, metafora visiva di anime vendute e perdute. Una scena quasi shakespeariana, un “to be or not to be” del rock.

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Pubblicato il 12 settembre 1975, Wish You Were Here non fu inizialmente compreso fino in fondo dalla critica, ma nel tempo è diventato una delle pietre miliari della musica moderna. Un album che ancora oggi, a mezzo secolo di distanza, suona come un grido di ribellione, un racconto crudo e sincero dell’umanità.

Il ricordo di Syd Barrett, scomparso nel 2006, rimane inciso in ogni nota, mentre i Pink Floyd con questo lavoro hanno consegnato alla storia una delle più potenti riflessioni sul rapporto tra arte, industria e fragilità umana.
Cinquant’anni dopo, Wish You Were Here resta un disco che parla al presente, più vivo e necessario che mai.

 

 

@Redazione Sintony News