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24 Luglio 2025

Povertà alimentare in crescita: in Sardegna il 27,2% delle famiglie è a rischio

La Sardegna maglia nera in Italia: registra un aumento di 4,9 punti percentuali, tra i peggiori in Italia insieme alla Calabria (+14,8 punti)

È la Sardegna a guidare la triste classifica delle regioni italiane più colpite dalla povertà alimentare. Lo rivela il nuovo rapporto “Fragili equilibri” di ActionAid, che fotografa una situazione in peggioramento in tutto il Paese ma che sull’Isola assume tratti particolarmente gravi: più di una famiglia su quattro (27,2%) spende per il cibo meno della media nazionale, finendo così sotto la soglia di rischio di povertà alimentare. Un dato che supera nettamente la media italiana del 15,6% e pone la Sardegna in cima alla lista delle regioni più vulnerabili, davanti a Molise (24,6%), Calabria (21,9%) e Puglia (20,6%).

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Il report di ActionAid evidenzia anche un peggioramento netto rispetto al 2019, con) la Sardegna che registra un aumento di 4,9 punti percentuali, tra i peggiori in Italia insieme alla Calabria (+14,8 punti). Un dato che conferma l’allargarsi del fenomeno non solo in termini di incidenza ma anche di profondità: cresce infatti soprattutto la fascia “invisibile”, quella composta da famiglie che non rientrano nei parametri Istat di povertà ma che comunque non riescono a garantire un’alimentazione regolare e adeguata.

«La povertà alimentare è solo in parte legata al reddito: riguarda anche l’accesso a cibo sano, vario e nutriente. In Sardegna, i dati mostrano una condizione strutturale di fragilità che va affrontata con urgenza»sottolinea Roberto Sensi, responsabile del Programma povertà alimentare per ActionAid Italia.

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L’indagine, condotta su scala nazionale, ha rivelato che nel 2023 oltre 5,9 milioni di persone in Italia hanno sperimentato una forma di deprivazione alimentare, con un incremento di circa 680 mila individui in un solo anno. In Sardegna, questa realtà si traduce in famiglie costrette a tagliare sulla spesa alimentare, a rinunciare alla qualità del cibo, alla regolarità dei pasti, e anche al significato sociale del mangiare insieme.

Secondo ActionAid, l’aumento del 9,8% dei prezzi alimentari nel 2023 ha reso il cibo la prima voce su cui si risparmia: una scelta obbligata che però ha impatti pesanti, non solo fisici ma anche psicologici e relazionali, specialmente per le fasce più fragili.

A pagare il prezzo più alto sono le famiglie monogenitoriali, numerose e con figli a carico, in particolare quelle che vivono in affitto a prezzi di mercato. Pesano anche la precarietà lavorativa, l’assenza di servizi pubblici adeguati, e, in misura crescente, la condizione migratoria: il 23,4% delle persone di origine extraeuropea in Italia vive una situazione di deprivazione alimentare, con picchi nel Sud Italia e in Sardegna, dove le donne migranti sono particolarmente penalizzate.

Nel 2023 oltre 5,9 milioni di italiani in stato di povertà alimentare - Il  Diario del Lavoro

Secondo ActionAid, l’Italia continua a trattare il tema come un’emergenza e non come un problema strutturale. Il Programma Nazionale Inclusione 2021–2027 prevede soltanto la distribuzione di beni alimentari, senza affrontare le cause profonde della povertà alimentare né integrare misure sociali e alimentari.

«In Sardegna, come nel resto del Paese, serve un cambiamento radicale: non solo aiuti, ma una strategia pubblica che riconosca l’alimentazione come diritto fondamentale», afferma ancora Sensi. «Va riconosciuto il ruolo degli enti locali, migliorati gli strumenti di monitoraggio e resa la mensa scolastica un servizio pubblico essenziale».

 

 

@Redazione Sintony News