Una proposta che accende gli animi e riporta in primo piano il tema dei privilegi della politica. È quella presentata dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia), che con un ordine del giorno sul bilancio di Montecitorio chiede l’apertura di un confronto con il Senato per armonizzare i compensi economici dei parlamentari dei due rami del Parlamento. Obiettivo dichiarato: superare la disparità attuale, che vede i deputati percepire circa mille euro in meno al mese rispetto ai senatori.
Ma la mossa non è passata inosservata. A far saltare i nervi all’opposizione, in particolare al Movimento 5 Stelle, è la convinzione che dietro l’iniziativa si nasconda un tentativo di aumentare gli stipendi dei deputati e, peggio ancora, di reintrodurre i vitalizi, aboliti negli anni scorsi grazie alla pressione proprio del M5S.
Durissima la reazione del vicepresidente del Movimento Michele Gubitosa:
“Fratelli d’Italia vuole riportare in vita i privilegi della casta. L’ordine del giorno di Rampelli è una maschera: dietro l’apparente uniformità istituzionale si cela un aumento degli stipendi e un ritorno ai vitalizi. È inaccettabile. Ci opporremo con ogni mezzo”.
A rincarare la dose è Chiara Appendino, altra vicepresidente pentastellata:
“È l’ennesimo tentativo di ripristinare benefici che noi abbiamo eliminato. Fratelli d’Italia vuole uniformare sì… ma solo per allineare i propri vantaggi a quelli dei senatori. Siamo di fronte a una destra che ha aumentato le indennità dei ministri e usa i voli di Stato come taxi. Non accetteremo questo schiaffo alla trasparenza e all’equità”.
L’iniziativa di Rampelli riapre una ferita mai del tutto rimarginata: quella del costo della politica, tornato al centro del dibattito pubblico in un momento in cui molte famiglie italiane fanno i conti con il carovita e l’instabilità economica.
Dal diretto interessato, nessuna dichiarazione ufficiale per ora.
@Redazione Sintony News