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14 Luglio 2025

Furti di cani in aumento tra riscatto, mercato nero e social

Tre cani rubati al giorno nel nostro Paese. Il microchip resta l’arma più efficace. Social network e solidarietà fondamentali nei ritrovamenti

Chi ha un cane lo sa: perderlo è uno degli incubi peggiori. Quando poi la perdita non è accidentale ma causata da un furto, il dolore si mescola alla rabbia e alla paura. In Italia, i furti di cani sono in aumento, e con essi le truffe, i ricatti e, nei casi più estremi, la possibilità che l’animale venga coinvolto in circuiti di combattimenti clandestini o traffico illecito.

Se nel 2017 i cani rubati rappresentavano appena lo 0,4% del totale, oggi il numero è cresciuto al punto che nel 2023 sono stati quasi mille i furti registrati, con una media di tre al giorno. Una statistica allarmante, segnalata dalla sezione operativa antibracconaggio e reati a danno degli animali dei Carabinieri.

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Non si tratta più solo di furti finalizzati alla rivendita dell’animale. È sempre più diffusa una modalità inquietante: l’estorsione. Come accaduto recentemente a Soverato, dove un ragazzo si è visto strappare il proprio American Staffordshire al guinzaglio, in pieno giorno, sul lungomare. Poco dopo ha ricevuto una telefonata: “Se lo rivuoi, mi devi dare 500 euro”. Un vero sequestro con richiesta di riscatto.

Per fortuna, in questo caso i Carabinieri sono intervenuti prontamente, arrestando il responsabile e restituendo il cane al suo legittimo proprietario. Ma non sempre il lieto fine è garantito.

Pochi giorni prima, a Pontremoli (Massa Carrara), Milo, un barboncino regalato a una bambina di otto anni, era stato rubato durante una rapina in casa. I ladri, oltre a bancomat e gioielli, si erano portati via anche lui. Cinque giorni di angoscia e mobilitazione sui social, fino al ritrovamento del cane in una zona industriale, probabilmente abbandonato dopo un tentativo fallito di vendita.

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Ancora una volta, sono stati i social network e la solidarietà delle persone a fare la differenza. Un tamtam digitale che ha contribuito a riportare Milo a casa, mostrando quanto una comunità possa essere decisiva nei momenti difficili.

Non tutte le razze sono ugualmente esposte. Secondo l’American Kennel Club, i più rubati sono Bulldog francesi e inglesi, Yorkshire Terrier, Chihuahua e Labrador Retriever, cani di piccola o media taglia molto richiesti sul mercato.

Il fenomeno non riguarda solo l’Italia. In Gran Bretagna, già nel 2017 il quotidiano Mirror stimava in oltre 120mila sterline l’anno il valore del mercato nero dei cani. In Germania, un noto “rapitore seriale di cuccioli” venne smascherato dopo aver rivenduto diversi animali online. Uno di questi fu ritrovato grazie all’onestà di una donna che, insospettita dalla presenza di un microchip già registrato, restituì l’animale ai veri proprietari.

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Proprio il microchip, spesso sottovalutato, si conferma uno strumento fondamentale per l’identificazione e il recupero degli animali. Tuttavia, è essenziale aggiornare i dati associati – numero di telefono, indirizzo, contatti del veterinario – per renderlo davvero efficace.

Oltre al microchip, si rivelano sempre più utili le comunità online: Facebook, in particolare, ospita decine di gruppi dedicati agli animali smarriti o rubati, capaci di mobilitare centinaia di persone in poche ore.

Contrastare il furto di cani non significa solo reprimere un reato: significa proteggere legami affettivi profondi, che spesso rappresentano un sostegno emotivo insostituibile per molte persone.

In attesa di normative più severe e controlli più efficaci, l’arma più potente resta la vigilanza quotidiana e una rete solidale capace di trasformare una brutta storia in un lieto fine. Come quello, per fortuna, vissuto da Milo e dall’American Staffordshire di Soverato. Non tutti i cani rubati sono così fortunati. Ma ognuno di loro merita che si faccia tutto il possibile per riportarlo a casa.

 

@Redazione Sintony News