Ha firmato il registro, ha guardato la commissione negli occhi e con calma ha detto: “Signori, grazie di tutto, ma io questo colloquio di maturità non lo voglio sostenere. Arrivederci.” Con queste parole Gianmaria Favaretto, 19 anni, ha deciso di non presentarsi all’orale dell’esame di Stato, mettendo in discussione uno dei riti scolastici più consolidati in Italia.
L’episodio è avvenuto al liceo scientifico Enrico Fermi di Padova, dove Gianmaria si è diplomato con 65/100, nonostante il rifiuto dell’ultima prova. Non è stato un gesto impulsivo: “L’esame di maturità per me è una sciocchezza. Non misura né la maturità né le reali competenze degli studenti”, ha dichiarato lo studente, motivando così una scelta destinata a far discutere.
Con 31 punti di credito scolastico, 17 nella prova scritta di italiano e 14 nella seconda prova, Gianmaria aveva già raggiunto i 62 punti, sufficienti per ottenere il diploma. Il rifiuto dell’orale, quindi, non è stato un atto di sfida dettato dalla paura o dall’impreparazione, ma una presa di posizione ragionata: “Perché dovevo fare una cosa solo perché la fanno tutti? Ho preferito usare la mia testa.”
Gianmaria ha voluto accendere un riflettore sul valore reale dell’esame di maturità e più in generale sulla scuola italiana, che a suo dire ha perso di vista l’obiettivo educativo: “Ho visto compagni diventare cattivi per un voto. Il sistema non aiuta a crescere, mette solo pressione e genera competizione.”
Il suo percorso scolastico, del resto, non è stato privo di ostacoli. Era stato bocciato in terza liceo, ma oggi riconosce che quell’esperienza è stata determinante: “Sbagliando si impara. Mi ha aiutato a maturare davvero".
Dopo il suo gesto, la presidente della commissione ha accusato il giovane di mancare di rispetto al lavoro dei docenti. Tuttavia, un confronto più sereno con gli insegnanti interni ha permesso a Gianmaria di rispondere ad alcune domande del programma, guadagnando tre punti extra che hanno portato il suo voto finale a 65/100.
La vicenda ha già iniziato a suscitare un ampio dibattito, soprattutto tra studenti e insegnanti. È raro vedere uno studente rifiutare volontariamente di sostenere l’orale, una prova spesso vissuta come l’ultimo ostacolo di un lungo percorso. Ma è proprio questo che Gianmaria contesta: “Il voto finale non dice chi sei davvero. Non volevo che quell’ultimo passaggio definisse il mio valore”.
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