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15 Marzo 2025

Lavoro in Sardegna: le imprese artigiane cercano addetti, ma la manodopera specializzata scarseggia

Secondo il dossier di Confartigianato Imprese Sardegna nel 2024 gli artigiani sardi avevano programmato l’assunzione di 16.230 addetti, ma ne hanno trovati solo 8.720

Le imprese artigiane offrono lavoro, ma non riescono a trovare personale qualificato. Secondo il dossier elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, basato sui dati Excelsior 2023-2024, nel 2024 gli artigiani sardi avevano programmato l’assunzione di 16.230 addetti, ma ne hanno trovati solo 8.720. Un divario significativo, che porta il tasso di difficoltà di reperimento al 53,7%, in crescita rispetto al 50,7% del 2023.

Le assunzioni offerte dalle imprese artigiane rappresentano il 10,2% di tutte le opportunità di lavoro in Sardegna, ma il problema del mismatch tra domanda e offerta è sempre più evidente. A livello regionale, la difficoltà di reperire personale si attesta al 45,8% considerando tutte le imprese, mentre per le micro e piccole imprese (MPI) è al 46,4%. Tuttavia, per il settore artigiano il problema è ancora più accentuato, con una difficoltà di reperimento superiore del 7,9% rispetto alla media delle attività produttive dell’Isola.

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Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Sardegna, evidenzia la contraddizione di questa situazione: “I dati confermano quanto la difficoltà di reperimento del personale stia diventando un vero problema per le imprese. Siamo al paradosso: il lavoro c’è, mancano i lavoratori. Nel frattempo, il 21,4% dei giovani tra i 15 e 29 anni non cerca lavoro, non studia e non si forma. Questo è un vero spreco di talenti e un’emergenza che dobbiamo affrontare rapidamente”.

Meloni sottolinea anche l’importanza della formazione: “A essere introvabili sono soprattutto le figure con preparazioni specifiche. Bisogna insegnare ai giovani che nell’impresa ci sono opportunità, adeguatamente retribuite, per realizzare il proprio talento e costruire il proprio futuro”.

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Uno dei punti chiave per superare questo impasse è colmare il divario tra scuola e mondo del lavoro. Confartigianato Sardegna ribadisce la necessità di una riforma del sistema di orientamento scolastico, che rilanci gli Istituti Professionali e Tecnici, investa sulle competenze digitali e punti sull’alternanza scuola-lavoro e sull’apprendistato duale. “Senza un intervento strutturato, il rischio è quello di compromettere il futuro del Made in Sardegna e del Made in Italy”, avverte Meloni.

Secondo l’analisi di Confartigianato, diversi fattori contribuiscono alla carenza di manodopera qualificata: la crisi demografica, con un calo della natalità e un invecchiamento della popolazione che riducono la forza lavoro disponibile; l’’elevato numero di giovani inattivi, con circa un quarto dei ragazzi tra i 25 e i 34 anni che non lavora né studia; il disallineamento tra formazione e competenze richieste dal mercato; la fuga di giovani talenti all’estero; il cambiamento delle aspettative dei giovani, sempre più orientati verso il lavoro autonomo e alla ricerca di maggiore flessibilità e i flussi migratori insufficienti a colmare il gap di manodopera.

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Per far fronte a questa problematica, molte aziende stanno investendo su diverse strategie, tra cu il miglioramento delle retribuzioni e delle prospettive di carriera e gli investimenti in welfare aziendale per fidelizzare i dipendenti.

La carenza di manodopera specializzata non è solo un problema sardo, ma interessa tutto il territorio nazionale. Secondo il Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, nel 2024 le imprese italiane registrano una difficoltà di reperimento del personale pari al 47,8%, in aumento rispetto al 45,1% del 2023.

 

 

@Redazione Sintony News