Stop alla cannabis light. Questo significa che la vendita, la lavorazione e il commercio di tutti i prodotti derivati dalla pianta di canapa saranno vietati, a prescindere dal loro contenuto di Thc. Tra le motivazioni del divieto spiccano il contrasto alla criminalità organizzata (secondo il governo, lo stop consentirebbe di contrastare il fenomeno del narcotraffico e l'utilizzo della cannabis light come copertura per lo spaccio di droga pesante). E la tutela della salute (l’emendamento si basa anche sulla presunzione che la cannabis light, seppur con basso contenuto di Thc, possa comunque avere effetti negativi sulla salute, soprattutto sui minori).
Ma sono numerose le conseguenze negative come ad esempio la chiusura delle aziende del settore: si stima che circa 3mila aziende che operano nel settore della cannabis light saranno costrette a chiudere, con la perdita di migliaia di posti di lavoro. L’aumento del mercato nero perché il divieto potrebbe portare all'aumento del mercato nero della cannabis light, con il rischio di prodotti non controllati e dannosi per la salute. E ricorsi e contenziosi perché le aziende del settore hanno già annunciato ricorsi e contenziosi contro lo stop, ritenendolo incostituzionale e dannoso per l'economia.
L'emendamento è all'esame delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera e sono in corso manifestazioni di protesta da parte delle aziende e dei lavoratori del settore. La discussione è molto accesa e si attende una decisione definitiva nelle prossime settimane.
Con lo stop alla cannabis light, non sarà più possibile acquistare legalmente prodotti derivati dalla pianta di canapa, come: infiorescenze, oli, creme, liquidi per sigarette elettroniche e prodotti alimentari (semi, pasta, pane).