L'Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi (Assourt) ha intensificato la sua battaglia legale contro la Rai riguardo alla multa di 175 mila euro inflitta da Agcom per pubblicità occulta durante il Festival di Sanremo 2023. La decisione del Tar del Lazio è attesa per il prossimo 31 gennaio, ma nel frattempo Assourt ha avanzato nuove richieste, concentrandosi su Amadeus e Chiara Ferragni.
Inizialmente, Assourt aveva presentato un'istanza di mediazione presso Adr Center insieme al Codacons, chiedendo che sia Amadeus che Ferragni paghino la multa.
Ora, in seguito agli sviluppi recenti e all'approccio imminente del Festival di Sanremo, Assourt ha annunciato di aver presentato un nuovo intervento al Tar:
“Abbiamo presentato un intervento al Tar chiedendo di rigettare il ricorso della Rai e confermare la sanzione dell'Agcom, trattandosi di un illecito evidente che ha prodotto un duplice danno ai cittadini. Da un lato, infatti, gli utenti sono stati costretti a subire una pubblicità occulta realizzata da Amadeus e Chiara Ferragni durante il Festival, dall'altro hanno dovuto pagare di tasca propria la sanzione da 175mila euro, essendo la Rai finanziata con i soldi dei cittadini che pagano il canone".
Nell'istanza, Assourt solleva anche la questione dell'eventuale incompatibilità di Amadeus con la conduzione del Festival, affermando:
“Il conduttore ha tratto un indebito profitto dalla pubblicità del suo profilo Instagram lanciata dagli schermi pubblici della Rai nel corso di un evento seguitissimo come Sanremo, violando tutte le regole interne dell'azienda e il Codice etico. Per questo motivo abbiamo presentato una istanza alla Rai, chiedendo di vietare ad Amadeus la conduzione del prossimo Festival. Tutti gli atti del procedimento sono stati girati alla Corte dei Conti, affinché apra una formale inchiesta per possibili danni erariali".
Tutti gli atti del procedimento sono stati trasmessi alla Corte dei Conti, affinché avvii una formale inchiesta sui possibili danni erariali causati da tali pratiche. Arriverà il prossimo 31 gennaio la decisione della IV sezione del Tar del Lazio sulla multa da 175 mila euro.
Marta Rachele Pusceddu