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15 Gennaio 2024

Bambola Chiara Ferragni, la ceo dell'associazione no profit: "Mai avuti soldi"

Nel 2019 Chiara Ferragni ha lanciato sul mercato una bambola il cui ricavato delle vendite sarebbe dovuto andare in beneficienza a un’associazione no profit, ecco cosa è successo

Una bambola a sua immagine e somiglianza venduta al prezzo di 99 euro, il cui ricavato sarebbe dovuto andare in beneficienza a un’associazione si occupa di combattere il bullismo e cyberbullismo. Ma questo con tutta probabilità non è accaduto. La protagonista della vicenda è Chiara Ferragni. E quest’ultima tempesta mediatica sembrerebbe l’ennesimo scivolone dell’imprenditrice digitale finita nel mirino della Procura per il caso Balocco

Nel 2019 la Ferragni ha lanciato sul mercato una bambola in edizione limitata a sua immagine e somiglianza, realizzata in collaborazione con l'azienda Trudi. La bambola, chiamata "Chiara Ferragni x Trudi", è stata venduta al prezzo di 99 euro ed è andata sold out in poche ore.

All'epoca, l'influencer ha dichiarato che l'intero ricavato delle vendite sarebbe stato devoluto all'associazione no profit americana "Stomp Out Bullying", che si occupa di combattere il bullismo e il cyberbullismo.

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Tuttavia, a seguito dell'inchiesta sul caso del pandoro Balocco "Pink Christmas", la procura di Milano ha aperto un fascicolo anche per verificare se la Ferragni abbia effettivamente donato i proventi delle vendite della bambola a "Stomp Out Bullying".

Infatti nel comunicato stampa diffuso dalla TBS Crew, l'azienda di proprietà della Ferragni, si legge che i proventi delle vendite sono stati donati a "Stomp Out Bullying" "nel luglio 2019". Tuttavia, nel report annuale dell'associazione relativo all'anno 2019, il nome di Chiara Ferragni o delle sue società non compare tra i partner, gli sponsor o gli ambasciatori. Ma non solo.

Ross Ellis, CEO e fondatrice di "Stomp Out Bullying", ha dichiarato a "Zona Bianca" di non conoscere Chiara Ferragni e di non aver ricevuto alcuna donazione da parte sua.

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In attesa delle indagini della procura, è impossibile stabilire con certezza se la Ferragni abbia effettivamente mentito sulla destinazione dei proventi delle vendite della bambola. Tuttavia, gli elementi in possesso degli inquirenti sembrano suggerire che la vicenda sia tutt'altro che semplice.

Se la Ferragni venisse riconosciuta colpevole di truffa aggravata, potrebbe rischiare una pena che va da 1 a 6 anni di reclusione. Inoltre, l'influencer potrebbe essere condannata a risarcire "Stomp Out Bullying" dei danni subiti.

@Redazione Sintony News