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15 Novembre 2023

Oggi è la giornata della parità retributiva tra uomini e donne, ma il gap rimane

In Italia, la differenza salariale tra uomini e donne raggiunge picchi del 30%

Si celebra oggi 15 Novembre l’European equal pay day, la giornata europea per la parità retributiva. Scegliere una giornata per ricordare questa ingiustizia è necessario, visto nell’Unione europea, la disparità di salari tra uomini e donne persiste con un divario retributivo medio di genere pari al 13%. Questo significa che per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna guadagnerà solo 0,87 euro. Particolarmente critica la condizione nel nostro Paese: per le italiane, la giornata della disparità retributiva dovrebbe cadere verso metà settembre. Infatti, come ha affermato l’Inps la scorsa settimana, parlando solo del settore privato, la differenza di salario per loro è del 30 per centro, ovvero 8mila euro l’anno. Un’ottima ragione per celebrare questa giornata, cosa che invece l’Italia ha deciso di non fare.

 

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Un vero peccato perché l’Equal Pay Day serve a ricordare che la parità di retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di pari valore è uno dei principi fondanti dell’Ue, stabilito nel Trattato di Roma del 1957. Principio scarsamente rispettato, a vedere quanti stereotipi di genere continuano a colpire le donne in tutti gli ambiti della vita, compreso quello lavorativo. A parlare chiaro, sempre per quanto riguarda l’Italia è anche il Global Gender Gap Index: secondo l’indice mondiale delle disparità di genere, infatti, l’Italia è tornata indietro di 16 posizioni rispetto al resto del mondo dal 2022, nonostante il Paese abbia per la prima volta nella storia una premier e una segretaria di partito donna. Poco conta perché la disparità nel mondo del lavoro resiste.

 

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Nello scorso mese di giugno è entrata in vigore la direttiva sulla trasparenza salariale secondo cui i dipendenti potranno far valere il loro diritto alla parità di retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso il diritto alle informazioni sulla retribuzione. E coloro che risultano aver subito discriminazioni salariali basate sul sesso devono ottenere un risarcimento per il lavoro non retribuito e ricevere una retribuzione equa. Un passo in più verso l’obiettivo che, per essere raggiunto, ha bisogno di una cosa più delle altre: la volontà di chi gestisce le aziende di rendere realtà un principio che è solo di giustizia.

Redazione sintony.it