La guerra tra Israele e Hamas continua a fare orrori e danni, e si sta arrivando al punto di non ritorno. Bombardamenti costanti, ferite, assenza di elettricità e acqua pulita, mancanza di carburante anche solo per trasportare vittime e feriti, sono solo alcune delle condizioni in cui stanno vivendo i civili a Gaza.
La situazione è insostenibile e Onu e Unicef lanciano l’allarme, e si fa appello ai diritti mani che nella Striscia non sono garantiti, specialmente per donne e bambini innocenti. Da due settimane la Striscia è costantemente sotto attacco e diverse are sono state completamente rase al suolo e il tipo di struttura ormai sembra non fare più molta differenza: che siano ospedali, scuole, case, i bombardamenti colpiscono ogni cosa e i danni di questa guerra – fisici e morali – saranno difficilmente riparabili. L’Onu stima che almeno il 42% (164.756) di tutte le unità abitative sono state distrutte o danneggiate dall'inizio delle ostilità, dati che arrivano direttamente dal ministero dell'Edilizia Abitativa di Gaza, secondo il quale gli sfollati palestinesi hanno raggiunto 1.400.000, con 566.000 di questi rifugiati in 148 strutture di emergenza designate dall'Unrwa, l'agenzia dei profughi. Il problema degli sfollati riguarda anche le condizioni igienico-sanitarie in cui versano le persone, ai limiti dell’umano: l'unica centrale elettrica del territorio si è spenta ormai più di una settimana fa, causando un blackout in tutto il territorio e paralizzando i sistemi idrici e sanitari.
A causa della mancanza di acqua, tra i sopravvissuti si diffondono sempre di più malattie come varicella, scabbia e diarrea, poiché chi si rifugia nelle tendopoli dell’ONU non mangia e beve acqua sporca. Inoltre, a causa dell’assenza di energia si stima che la vita di almeno 120 neonati nelle incubatrici degli ospedali di Gaza sia drasticamente a rischio. Inoltre, secondo il ministero della Sanità del territorio palestinese, più di 1.750 minori sono già stati uccisi negli attacchi israeliani e purtroppo il numero è in costante crescita tanto che fare stime precise è quasi impossibile. Continuano gli appelli e la richiesta di aiuti umanitari, ma la situazione resta molto tesa e delicata.
@Redazione Sintony.it