Il bilancio delle vittime del violento terremoto di magnitudo 7 della Scala Richter che ha colpito il Marocco venerdì notte ha superato, secondo fonti governative (ma il bilancio è provvisorio) 2.800 morti. I feriti sarebbero oltre 3mila, ma il bilancio è sempre provvisorio. Tra le aree più colpite ci sono le province di Al Haouz con 1.452 vittime, Taroudant con 764 e Chichaoua con 202. Seguono le province di Ouarzazate, Marrakech, Azilal e la prefettura di Agadir. Nella Grande Casablanca si contano 3 vittime. Si segnalano decessi anche nelle province di Youssofia e Tinghir.
Decine di migliaia di persone hanno trascorso la quarta notte all'aperto, mentre sui monti dell'Atlas continua la disperata corsa contro il tempo per salvare i sopravvissuti dalle macerie, dopo il terremoto di magnitudo 6,8 che venerdì ha ferito il Paese, provocando crolli, strade interrotte, la distruzione di interi villaggi. LA difficoltà dei soccorritori è proprio quella di raggiungere i centri abitati più remoti e isolati. Negli ospedali si accalcano le file per donare il sangue, il governo marocchino ha confermato di aver accettato aiuti di emergenza solo da Regno Unito, Spagna, Qatar ed Emirati Arabi Uniti e che le squadre di soccorso di questi Paesi sono in viaggio verso il Marocco.
“Alle autorità del Marocco abbiamo fatto pervenire la prima offerta del nostro Sistema di protezione civile, in supporto alle loro strutture operative, a seguito del drammatico evento sismico. Potremmo inviare subito, comunque entro quattro-cinque ore, una squadra Search and Rescue (SAR) italiana composta da 48 unità specializzate dei vigili del fuoco (che sarebbero trasportate in loco da mezzo dell'Aeronautica militare). Inoltre, tende ed effetti letterecci per 1.000 unità ed un Posto medico avanzato con o senza personale medico". Lo ha dichiarato il ministro per la protezione civile Nello Musumeci.
“Abbiamo raggiunto località dove non sono arrivati i soccorsi, ci sono ancora morti sotto le macerie e gente che tenta da sola di tirarli fuori. Qui le persone sono prive di qualsiasi assistenza e non era arrivato nessuno, quando ci hanno visti si sono gettati sulle nostre macchine. Siamo qui in forma privata non c'entra niente lo stato italiano”. È quanto afferma Cicchetti Marchegiani, presidente del Raggruppamento operativo emergenze (Roe), colonna mobile di Protezione civile, partito da Roma e ora in Marocco con un team di quattro persone. La squadra scouting del Roe ha raggiunto le località più colpite alle pendici della catena montuosa principale del Marocco e si trova ad Adassil, per poi andare a Imindounit.
Il Governo di Rabat ha "effettuato una valutazione precisa delle esigenze sul campo" e "in questa fase specifica" della drammatica emergenza provocata dal terremoto "ha risposto favorevolmente alle offerte di sostegno di Paesi amici, vale a dire da Spagna, Qatar, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti". E' quanto segnala una nota del ministero dell'Interno marocchino ripresa da 'L'Opinion', con la quale il governo del paese duramente colpito dal sisma di venerdì punta a porre fine alle polemiche suscitate dal rifiuto di aiuti, sollevate soprattutto da parte francese. Il ministero degli Interni marocchino ha chiarito nella nota di aver accettato l'aiuto offerto solo da quattro paesi "in questa fase specifica", giustificando la sua decisione "tenendo conto che la mancanza di coordinamento in tali situazioni potrebbe essere controproducente". In ogni caso, il governo non esclude di chiedere aiuto ad altri Paesi.
Rifiutati aiuti dalla Francia. La ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, ha annunciato un aiuto di 5 milioni di euro per aiutare le Ong che sono attualmente "sul posto" in Marocco e ha respinto qualsiasi tensione fra Rabat e Parigi, dopo che il Marocco non ha per ora accettato gli aiuti della Francia.
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