Sono continuate tutta la notte le ricerche di eventuali sopravvissuti al devastante terremoto di magnitudo 6,8 della scala Richter che ha colpito il Marocco venerdì sera. Secondo l'ultimo bilancio fornito in nottata dalle autorità di Rabat, i morti accertati sono 2.012, i feriti sono 2.059, oltre 1.400 dei quali in gravi condizioni. Il re del Marocco Mohamed VI ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.
Il sisma ha avuto luogo alle 23.11 locali di venerdì 8 settembre e l'epicentro è stato localizzato 70 chilometri a sudovest di Marrakesh, ad una profondità di 18.5 chilometri. Secondo il Centro nazionale per la ricerca scientifica e tecnica (Cnrst) di Rabat la magnitudo è stata di grado 7 sulla scala Richter. La scossa si è sentita con particolare intensità a Marrakesh, Agadir, Rabat e Casablanca. Avvertita anche nel sud della Spagna e in Portogallo.
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, da Nuova Delhi per il Vertice G20, ha espresso vicinanza e solidarietà al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, manifestando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza.
Sono 500 gli italiani che si trovavano in Marocco nella zona colpita dal terremoto, ma alle autorità non risultano italiani "nè feriti nè morti". Lo ha chiarito il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al Tg4."Abbiamo accertato attraverso la nostra ambasciata, il nostro consolato a Casablanca, il consolato a Marrakech, l'Unità di crisi e il ministero degli Esteri che gli italiani sono 500", ha detto il titolare della Farnesina, "200 erano quelli registrati, poi ce ne sono altri 180 non registrati e 200 che sono un gruppo di persone che facevano una riunione aziendale. Per quanto ne sappiamo, tutto procede nella giusta direzione nel senso che non ci sono italiani nè feriti nè morti". "Stanno tutti bene", ha reso noto il capo dell'Unità di crisi della Farnesina Nicola Minasi parlando a Rainews24. Oltre ai primi 200 italiani che erano già stati segnalati e contattati, ha spiegato il diplomatico, ce ne sono altri 200 che partecipavano a una convention aziendale. "Siamo in contatto con tutti", ha assicurato Minasi.
La Croce Rossa Internazionale ha allertato la comunità internazionale sull'importanza degli aiuti per il Marocco: "L'emergenza potrebbe durare mesi se non anni". Il villaggio di Tafeghaghte, 60 chilometri a sud-ovest di Marrakesh, è stato quasi interamente decimato dal terremoto. Pochissimi edifici sono ancora in piedi, mentre le truppe dell'esercito continuano a cercare i corpi sepolti sotto le macerie.
"I nostri pensieri vanno al popolo del Marocco in seguito al devastante terremoto. Le nostre più sentite condoglianze a tutti coloro che hanno perso i propri cari. In questo momento di dolore e bisogno, siamo al fianco del popolo marocchino e delle autorità del Regno, che stanno affrontando questa tragedia". Lo afferma il Fondo monetario internazionale in una nota. "Siamo stati in contatto con le autorità e abbiamo espresso - prosegue il Fmi - questi sentimenti di dolore e sostegno a nome del personale, della direzione e del comitato esecutivo del Fondo monetario internazionale."
I 27 capi di stato e di governo Ue hanno inviato una lettera al re del Marocco Mohammed VI esprimendo "le più sincere condoglianze per la terribile perdita di vite umane a seguito del devastante terremoto" che ha colpito il Paese. "Siamo profondamente addolorati. L'Unione europea e i suoi Stati membri sono pienamente solidali con il popolo marocchino. Come amici intimi e partner del Marocco, siamo pronti ad assistervi in qualsiasi modo possiate ritenerlo utile", è un altro passo della lettera dei leader Ue, firmata anche dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel e dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Redazione sintony.it