Il 7 giugno 2023 è stato approvato il nuovo codice di comportamento dei dipendenti pubblici, che contiene alcuni provvedimenti in linea con uno degli obiettivi previsti dal PNRR. Il testo è particolarmente importante perché non si limita solamente a dare alcune linee guida per il comportamento dei lavoratori nel settore pubblico, ma introduce precise regole a proposito dell’utilizzo dei mezzi informatici e digitali.
Il testo non è stato approvato immediatamente, ma l’iter è stato piuttosto lungo, poiché in un primo momento il nuovo codice era stato rigettato dal Consiglio di Stato, a causa principalmente dell’utilizzo di terminologia poco chiara a proposito degli strumenti informatici.
Il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici sottolinea i doveri fondamentali di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i dipendenti pubblici devono osservare sia in servizio sia fuori servizio. Il rispetto di queste regole è volto a garantire servizi di alta qualità, ma anche a prevenire la corruzione. Pubblicato il 29 giugno in Gazzetta Ufficiale il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, offre un nuovo set di normative che promuovono un’etica di lavoro più equa, ecologica e responsabile.
Le nuove regole entreranno in vigore dal 14 luglio e includeranno l’introduzione del divieto di discriminazione sul lavoro basata sulle condizioni personali, l’adozione di comportamenti ‘green’ rispettosi dell’ambiente e regole più stringenti per l’uso dei social media da parte dei dipendenti pubblici.
Il testo promuove il divieto di ogni forma di discriminazione legata alle “condizioni personali del dipendente”, dall’orientamento sessuale al genere, passando per disabilità e differenze etniche e religiose. Da un lato, l’Amministrazione garantisce ad ogni dipendente il diritto alla tutela da qualsiasi atto o comportamento che produca un effetto pregiudizievole e discriminazioni di genere, anche in via indiretta.
Dall’altro spetta ai dipendenti, nei rapporti interpersonali, contribuire alla promozione e al mantenimento di un ambiente e di una organizzazione del lavoro che siano ispirati e fondati su principi di correttezza, libertà, dignità ed uguaglianza.
Ma vediamo cosa cambia in sostanza. Cautela nell’uso dei social: il dipendente pubblico, quando utilizza i propri account di social media, “utilizza ogni cautela affinché le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di appartenenza. In generale, deve astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione pubblica.
Riservatezza delle comunicazioni di servizio: non si fanno sulle piattaforme digitali, come whatsapp, o sui social media, comunicazioni che riguardano direttamente o indirettamente il servizio, a meno che l’uso dei social media non risponda esso stesso ad una esigenza di carattere istituzionale. Meglio comunque che le amministrazioni pubbliche si dotino di una “social media policy” utili a individuare le responsabilità, anche graduandole in base al livello gerarchico.
Utilizzo privato di strumenti pubblici: le nuove regole consento al dipendente di usare gli strumenti informatici forniti dall’amministrazione per incombenze personali, così da non doversi allontanare dalla sede di servizio, “purché l’attività sia contenuta in tempi ristretti e senza alcun pregiudizio per i compiti istituzionali”.
Come si firmano le email: i dipendenti si uniformano alle modalità di firma dei messaggi di posta elettronica di servizio individuate dall’amministrazione di appartenenza. Ciascun messaggio in uscita deve consentire l’identificazione del dipendente mittente e deve indicare un recapito istituzionale al quale il medesimo è reperibile.
“Temi nuovi, interconnessi a una visione strategica manageriale che la Pubblica Amministrazione deve far propria al più presto”, commenta il Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. “Dobbiamo passare da una logica del controllo a quella della responsabilità e della misurazione dei risultati: la performance non deve più essere un tabù, perché per migliorare bisogna prima valutare dove insistere e cosa rafforzare”.
Redazione sintony.it