“Saranno interventi estremamente severi”, aveva anticipato in giornata il ministro della Giustizia Carlo Nordio, rispondendo al question time, e spiegando che il Governo ritiene la problematica della violenza sulle donne “prioritaria”.
E in effetti il nuovo disegno di legge approvato ieri dal Cdm contiene alcune misure per dare una stretta alle norme contro la violenza sulle donne. Tra queste spiccano l’applicazione del braccialetto elettronico automatica; una distanza minima di 500 metri in caso di divieto ad avvicinarsi alla vittima; 30 giorni di tempo, sia per le richieste di misure cautelari dei Pm sia per la loro applicazione da parte dei Gip. E ancora: un pool di magistrati dedicato alla materia e processi più veloci.
Si conferma l'intensificazione dell'uso del braccialetto elettronico per coloro che si trovano agli arresti domiciliari. Attualmente l'applicazione della misura è a discrezione del giudice, previo il consenso dell'indagato.
Per quanto riguarda l'aumento delle pene per i recidivi, in caso di violenza, lesioni personali, violenza privata, minacce, atti persecutori, revenge porn, violenza sessuale, violazione di domicilio e danneggiamento, "le pene sono aumentate se il fatto è commesso, nell'ambito di violenza domestica, da soggetto ammonito”.
Viene inoltre introdotta la misura della sorveglianza speciale, oltre che per stalking e maltrattamenti, anche per tentato omicidio, revenge porn, e per la deformazione permanente dell'aspetto, vale a dire le aggressioni con l'acido.
Sarà fondamentale la formazione dei magistrati.
"Si considera in stato di flagranza colui" che "sulla base di documentazione video e fotografica o di altra documentazione” dalla quale “emerga inequivocabilmente il fatto ne risulta autore, sempre che l'arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le 48 ore dal fatto".
Dopo il Cdm, il ministro Nordio ha affermato: "Per quanto elevate e irrogate rapidamente, le pene non costituiscono mai una deterrenza assoluta, soprattutto in questo tipo di reati. Solo con un'operazione culturale possiamo iniziare a ridurre se non eliminare reati odiosi: deve iniziare nelle scuole e proseguire dappertutto, anche nelle carceri".
I dati. Mentre sono ancora in corso le indagini sull’omicidio dell’ultima vittima di una lunga serie di femminicidi, quello di Giulia Tramontano, i dati dicono che nei primi mesi del 2023 sono già 14 le donne uccise in Italia. Nel 2022 ci sono state 55 vittime e nel 2021 quasi 70 secondo i dati del Viminale. Le violazioni dei provvedimenti di allontanamento sono stati ben 2500. La relazione 2022 della Commissione parlamentare di inchiesta sui femminicidi al Senato dice che il 63% delle donne non ha denunciato il carnefice.
@Monica Magro