Vinted è ormai un’App conosciuta in 13 Paesi del mondo, per quanto riguarda la vendita di abbigliamento e accessori già usati. Grazie alla sua interfaccia intuitiva in tantissimi colgono l’occasione per poter ricavare un po’ di denaro dalla vendita di vestiti, scarpe e accessori che sono fermi nell’armadio da troppo tempo.
La natura sostenibile di Vinted ha contribuito a rafforzare il suo successo, incoraggiando gli utenti a riciclare gli indumenti usati, sia per ridurre l’impatto ambientale della moda, sia per fare beneficenza, dal momento che gli abiti non venduti si possono donare alla Croce Rossa oppure all’Oxfam.
C’è però tutto l’aspetto burocratico da gestire. Infatto, vendita dopo vendita, si monetizza e si effettuano scambi commerciali con perfetti sconosciuti. Motivo per cui il Fisco vuole essere messo al corrente. E per questo motivo ha stabilito delle regole al riguardo.
Dal 1° gennaio 2023, ci sono degli utenti che sono tenuti a comunicare il modello DAC 7 alla piattaforma. Si tratta nella fattispecie di tutti coloro che registrano più di 30 vendite nell’arco di un anno o comunque superano la soglia di 2 mila euro di transazioni annuali. L’obiettivo è prevenire le frodi fiscali. Quindi il privato cittadino, che vende in maniera occasionale e non organizzata, deve comunicare queste informazioni a Vinted che si occupa in prima persona di girarle alle varie autorità competenti. Dal punto di vista amministrativo quindi l’operazione da svolgere è molto semplice e non ci sono commissioni da versare.
La vendita deve risultare sporadica e, se così è, non si deve adempiere ad alcun tipo di obbligo fiscale. Se invece l’attività s'impenna e il numero di vendite aumenta, generando un’entrata media di 160-170€ al mese, allora per il Fisco si tratta di vera e propria attività economica soggetta, dunque, sia ad obblighi dichiarativi che fiscali.
@Redazione Sintony News