A tutela e promozione della nostra lingua, Fratelli d'Italia vuole multare chi non se ne serve. E attenzione: non ci si riferisce ad una sanzione simbolica, anzi si rischiano dai cinquemila ai centomila euro di multa. Tuttavia, la norma è ancora in una fase preliminare, e nessuno rischia di sprofondare negli "abissi" per aver detto sbadatamente "indosso i jeans" o "lavoro al computer".
Un gruppo di deputati di Fratelli d'Italia ha presentato, a fine 2022, una proposta di legge a prima firma del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli. La proposta di legge si riferisce alle "disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana e istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana".
Fratelli d'Italia ha dato il via ad una battaglia in difesa della lingua, come mostrato in passato anche dallo stesso Rampelli: solo pochi mesi fa alla Camera se la prese con il dispenser, che in realtà dovrebbe essere chiamato dispensatore. La proposta di legge che porta il suo nome si compone di otto articoli, i quali normano l'obbligatorietà della lingua italiana. Nell'articolo 2 si legge: "La lingua italiana è obbligatoria per la promozione e la fruizione di beni e di servizi pubblici nel territorio nazionale". E ancora: informazioni in luoghi pubblici in italiano, conferenze in italiano, eventi in italiano.
Chi lavora nella pubblica amministrazione deve "padroneggiare la lingua italiana". E poi italiano nei contratti di lavoro, italiano nei regolamenti aziendali. Infine l'istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana nel territorio nazionale e all’estero, diretto dal ministro della Cultura. Con il fine di promuovere:
"a) la conoscenza delle strutture grammaticali e lessicali della lingua italiana;b) l’uso corretto della lingua italiana e della sua pronunzia nelle scuole, nei mezzi di comunicazione, nel commercio e nella pubblicità;c) l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università;d) l’arricchimento della lingua italiana allo scopo primario di mettere a disposizione dei cittadini termini idonei a esprimere tutte le nozioni del mondo contemporaneo, favorendo la presenza della lingua italiana nelle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione;e) nell’ambito delle amministrazioni pubbliche, forme di espressione linguistica semplici, efficaci e immediatamente comprensibili, al fine di agevolare e di rendere chiara la comunicazione con i cittadini anche attraverso strumenti informatici;f) l’insegnamento della lingua italiana all’estero, d’intesa con la Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana all’estero, di cui all’articolo 4 della legge 22 dicembre 1990, n. 401".
L'ultimo articolo riguarda le sanzioni: chi non rispetta gli obblighi della legge rischia una sanzione amministrativa che va dai cinquemila ai centomila euro.
Il commento dei parlamentari del Movimento 5 Stelle: "Pensavamo di averne viste già molte di proposte sconclusionate e al limite del ridicolo da parte di questa maggioranza, ma quella che giunge con apposito disegno di legge da parte del vicepresidente della Camera Rampelli le batte tutte. L'alfiere di Fratelli d'Italia porta in Parlamento una crociata contro i ‘forestierismi', prevedendo sanzioni da 5.000 a 100.000 euro per chi dovesse violare l'italico idioma".
E ancora: "Peccato che sia proprio il suo governo ad aver istituito il ministero del ‘Made in Italy'. Rampelli denuncerà il collega di partito Urso che è a capo di un siffatto ministero, tanto incline al forestierismo perfino nel suo nome? Insomma è lo stesso governo di cui lui fa parte ad essere responsabile de ‘l'inquinamento della lingua italiana', denunciato nella relazione alla sua legge".
"Speriamo si tratti di un clamoroso misunderstanding, o fraintendimento che dir si voglia, ma temiamo che si tratti invece dell'ennesima boutade di un partito e di una maggioranza evidentemente incapaci di coprirsi di ridicolo anche solo per un giorno. Che cosa ne penserà Giorgia Meloni, che il giorno del suo insediamento si è orgogliosamente definita una underdog della politica?", concludono i grillini.
Alessandro Paolo Porrà