Il cambio dell’ora è dietro l’angolo. A marzo il passaggio all'ora legale ci avvicinerà un po' di più all'estate, con giornate sempre più lunghe. Il cambio orario avverrà nella notte tra sabato 25 e domenica 26: alle 2 di notte passeremo alle 3 di notte. Fra due notti quindi dormiremo un'ora in meno, ma il giorno dopo il tramonto avverrà un'ora più tardi e potremo quindi goderci pomeriggi più lunghi.
Da anni si parla di una possibile abolizione del cambio d'ora, ma sono stati soprattutto i paesi dell'Europa settentrionale a spingere su questa soppressione. Vista la loro posizione geografica infatti, nei mesi estivi questi paesi non vedono un particolare beneficio nel cambio d'ora, che conviene di più ai paesi del Mediterraneo. In Italia il cambio d'ora continuerà quindi anche negli anni prossimi.
Un tempo si parlava di "ora estiva", invece di ora legale: è infatti un orario che si usa nei mesi più caldi dell'anno, con più ore di sole. Viene usato per sfruttare meglio le ore di luce nei mesi che vanno dalla primavera all'autunno. Grazie al cambio d'ora infatti, le ore di luce coincidano con le ore di attività della maggior parte della popolazione e si risparmia energia. Senza ora legale, diverse ore di luce dal momento dell'alba fino al momento in cui iniziano la gran parte delle attività della popolazione, verrebbero "perse".
L’ora legale arriva sempre in Primavera e causa diversi problemi, tra i quali l’insonnia. “Quando le giornate si allungano e il tempo è più bello ci sono spesso modificazioni delle proprie abitudini che vanno ad impattare sul sonno”, spiega Luigi Ferini Strambi al Corriere della Sera, il quale fornisce poi alcuni consigli per prevenire l’insonnia e migliorare la qualità del riposo notturno. “Per esempio – prosegue - , si sfrutta l’allungamento delle giornate per fare attività fisica anche nelle ore serali, si passa più tempo fuori e si va a dormire più tardi. In questo modo si sottrae inevitabilmente un po’ di tempo al sonno perché poi al mattino la sveglia rimane alla stessa ora. Il fatto di muoversi di più ed essere più attivi alla sera comporta, inoltre, una maggiore stimolazione della dopamina, il neurotrasmettitore della veglia. Se manteniamo accesi più a lungo i centri della veglia, sarà poi più difficile accendere quelli del sonno, con il risultato che si farà più fatica ad addormentarsi”.
“La melatonina, che regola il ritmo sonno-veglia - spiega ancora Strambi - , viene prodotta soprattutto in risposta al buio. Se le giornate si allungano e si sta fuori più a lungo, magari in un locale o in un ristorante dove si è esposti a una forte luce artificiale, si finisce con inibire il rilascio di melatonina, che va ad incidere sulla difficoltà ad addormentarsi” .
Cosa si può fare in merito? “Come primo approccio suggerisco sempre di farsi un piccolo auto-esame per provare a identificare fattori eventualmente modificabili, fra le proprie patologie (allergia) e comportamenti. Spesso il fatto di dormire male è legato ad abitudini errate o a stati d’animo che generano ansia e preoccupazione.” Spiega l’esperto, il quale poi aggiunge: “Se non si hanno benefici o questi sono limitati, è bene rivolgersi al medico di famiglia”.
Redazione sintony.it