La commissione Politiche europee del Senato boccia la proposta di regolamento Ue per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l’adozione di un certificato europeo di filiazione. La risoluzione della maggioranza è passata con 11 voti favorevoli e 7 contrari. Compatte sul no tutte le opposizioni. «Il parere della maggioranza mette l’Italia accanto a Polonia e Ungheria restringendo l’ambito dei diritti», afferma il Pd. Dal Comune di Milano intanto arriva lo stop alla registrazione dei figli di coppie dello stesso sesso. Una decisione basata sulla circolare adottata dal Prefetto su indicazione del ministero dell'Interno. Del resto, a prescindere dalle posizioni politiche e da una realtà arcobaleno in crescendo, si tratta di una pratica che la legge non consente e l’amministrazione deve uniformarvisi.
La legge n. 40/04. La legge prevede che alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) possano accedere solo coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile. Il divieto di accesso alla Pma da parte di coppie omosessuali è, quindi, inequivocabile come rileva la Corte Costituzionale 221/2019. Le Sezioni Unite della Cassazione propongono di risolvere la questione, senza far mancare la tutela al figlio di coppie gay, ricorrendo all’adozione in casi particolari ai sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera d) legge 184/1983. Uno strumento legale che, si rileva, consente all'ufficiale di Stato civile di registrare direttamente il rapporto di filiazione.
l “precedente”. Il blocco alle trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli delle famiglie omosex, con impossibilità di formare atti di nascita italiani, si allinea al no già opposto alla proposta di introdurre in Italia il certificato europeo di filiazione: una sorta di carta di identità europea del minore che gli garantisca l'accesso ai diritti civili e sociali anche in quegli Stati dove non risulti il suo status di figlio.
All’estero. Praticamente in tutta l'Europa, salvo alcuni Paesi come l'Italia, la Polonia, l'Ungheria, i figli di coppie omogenitoriali sono riconosciuti fin dalla nascita, senza dover affrontare lunghe battaglie per ottenere la trascrizione di certificati esteri o la stepchild adoption cioè l'adozione del figlio del partner.
Il caso di Milano. Il Comune di Milano ha interrotto le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia. La sospensione delle registrazioni arriva dopo una circolare del Prefetto di Milano che, secondo quanto si apprende, a sua volta ha interpellato il ministero dell’Interno. La prefettura, per chiedere l’interruzione delle trascrizioni, ha fatto riferimento alla çegge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita, consentita solo a coppie formate da persone di sesso diverso. Una legge che vieta anche la maternità surrogata. Di fronte a questa circolare, il sindaco Beppe Sala (nella foto) non ha potuto fare altro che sospendere le registrazioni.
Redazione sintony.it