L’Inno nazionale intonato da Gianni Morandi, Benigni che esalta la Costituzione italiana e critica la guerra e il presidente Sergio Mattarella che applaude sul palco di velluto rosso dell’Ariston. Un Festival all’insegna del tricolore. Tutto per merito della presenza di Sergio Mattarella che ieri sera, primo Presidente della Repubblica ha presenziato al Festival, accompagnato dalla figlia Laura.
Il primo pensiero è stato per le vittime del terremoto in Turchia e Siria, con un minuto di silenzio, lanciando anche una raccolta di fondi promossa da Croce Rossa-Unhcr-Unicef. Poi Amadeus annuncia il Presidente Mattarella accolto da un lungo applauso con standing ovation. Morandi poi intona, mani sul cuore, l’inno nazionale sulle note dell’Orchestra del Festival. "La ringraziamo perché la sua presenza testimonia la sua vicinanza al mondo dello spettacolo, della musica e della canzone italiana, di cui il Festival è la massima espressione", ha aggiunto Amadeus lanciando poi l’uscita di Roberto Benigni per festeggiare “il 75mo anniversario della nostra amata Costituzione”.
Ed ecco quindi il premio Oscar scherzare: “Presidente, lei è al suo secondo mandato, Amadeus è già al suo quarto mandato e ha prenotato il quinto: è costituzionale? Bisogna fermarlo, questo è un colpo di stato”. Ma poi si entra nel vivo per celebrare il 75esimo anniversario dell’entrata in vigore della nostra Costituzione il 1 gennaio 1948.
“Che cosa c’entra con Sanremo? La Costituzione è legatissima con l’arte perché la Costituzione è un opera d’arte, legata alla libertà e alla dignità dell’uomo. Ogni parola sprigiona una forza evocativa rivoluzionaria. Butta all’aria quell’oppressione della libertà, è uno schiaffo al potere. Ci fa sentire che possiamo vivere in un Paese giusto e bello, un mondo senza violenza e senza giustizia. È un sogno fabbricato da uomini svegli” aggiunge Benigni che paragona la Costituzione italiana all’incipit di “Volare”.
“I nostri padri e madri l’hanno sognata e chi sogna arriva prima di chi pensa. Sono stati dei visionari, erano 556 i costituenti, tutti di partiti diversi, divisi su tutto, tranne una cosa, essere uniti per scrivere la Costituzione più bella che si possa immaginare – aggiunge emozionato ed emozionante Benigni -. Ci hanno detto che anche noi abbiamo l’audacia per affrontare il futuro con gioia”.
E sottolinea l’importanza, riferendosi all’Ucraina, dell’Articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra. Se questo articolo lo avessero adottato gli altri Paesi non esisterebbe più la guerra sulla faccia della terra. Nessun Paese avrebbe potuto invadere un altro Paese”. Rendendo poi un omaggio a Bernardo Mattarella, uno dei padri costituenti, scherza: “Presidente, lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre. La Costituzione è sua sorella”.
Ed ecco un altro affondo di Benigni sul suo articolo preferito, l’Articolo 21. “Tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero. È il pilastro della liberta” aggiunge ricordando le violenze del Ventennio fascista. “L’articolo 21 ci ha liberati dall’obbligo di avere paura. In Paesi molto vicini a noi gli oppositori vengono incarcerati, avvelenati, vengono fatti sparire, o perché mostrano il volto, i capelli, cantano, ballano o parlano. Quanto è straordinario sapere che noi viviamo in una terra dove tutti possono esprimere liberamente il proprio pensiero. Occorre ricordare che tutto ciò che abbiamo può esserci tolto da un momento all’altro”. Insomma, l’invito accorato del “vate” Benigni è che la Costituzione “bisogna non solo leggerla ma viverla. Noi possiamo fare diventare questo sogno realtà”.
Redazione sintony.it