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5 Dicembre 2025

Morte di Steve Cropper: addio a un gigante del soul e della chitarra

Steve Cropper, addio al padre del Memphis Sound: chi era il leggendario chitarrista di Stax e dei Blues Brothers

Il mondo del soul e del rhythm & blues piange Steve Cropper, morto mercoledì 3 dicembre all’età di 84 anni. Ricoverato da tempo in una struttura di riabilitazione, il chitarrista aveva ricevuto la visita  il giorno precedente dal collaboratore Eddie Gore, che ha raccontato come, nonostante una recente caduta e le condizioni di salute fragili, Cropper avesse continuato a lavorare a nuova musica fino all’ultimo momento.

Soul guitar legend and Blues Brother Steve Cropper dead at 84 | Louder

Un’ icona della musica americana

Nato il 21 ottobre 1941 a Willow Springs, nel Missouri, Cropper crebbe a Memphis, città in cui la sua formazione musicale prese forma. Qui si immerse nel gospel, nel rhythm & blues e nella nascente scena rock’n’roll, iniziando a suonare la chitarra da adolescente. Tra le influenze che contribuirono al suo stile asciutto, incisivo e ricchissimo di groove figurano Lowman Pauling dei Five Royales e Chuck Berry.

Negli anni Sessanta diventò uno dei musicisti più influenti d’America grazie al suo ruolo di chitarrista, autore e arrangiatore nella house band della Stax Records: Booker T. & the M.G.’s, formazione fondamentale per la definizione del Memphis Sound.

Rolling Stone lo ha inserito tra i migliori chitarristi di tutti i tempi, definendolo “l’ingrediente segreto di alcune delle più grandi canzoni rock e soul”.

Steve Cropper Was Instrumental in the Blues Brothers - Deep Recesses

Dalla Stax ai classici immortali

Al fianco di Otis Redding, Wilson Pickett, Sam & Dave e tanti altri, Cropper contribuì alla nascita di alcuni brani entrati nella storia della musica afroamericana. È coautore di (Sittin’ On) The Dock of the Bay, ultima registrazione di Otis Redding e uno dei brani più amati di sempre.

Fu sua anche la celebre risposta musicale all’urlo “Play it, Steve!” nel brano Soul Man di Sam & Dave (1967), uno dei riff più riconoscibili della musica soul.

Cropper, musicista bianco che collaborava quotidianamente con artisti neri nell’America segregazionista degli anni Sessanta, rappresentò un punto di incontro culturale raro per l’epoca, contribuendo all’abbattimento di barriere non solo musicali.

L’ingresso nei Blues Brothers

Alla fine degli anni Settanta, grazie alla trasmissione “Saturday Night Live”, Cropper divenne noto anche al grande pubblico entrando nella Blues Brothers Band al fianco di Dan Aykroyd e John Belushi. Il suo look serioso, gli occhiali da sole e la Telecaster divennero un’icona del film e delle tournée della band.

Sui social, i Blues Brothers lo hanno ricordato come “un leggendario chitarrista e autore americano” e “parte essenziale della nostra famiglia musicale”.

Steve Cropper: morto il grande chitarrista e compositore blues, anima dei Blues  Brothers

Una carriera lunga più di sei decenni

Cropper ha collaborato con artisti come Paul Simon, Elton John, Etta James, John Prine, Buddy Guy e molti altri. Negli ultimi anni era rimasto artisticamente attivo, partecipando a sessioni, progetti speciali e registrazioni. Tra i suoi riconoscimenti più recenti figura una nomination ai Grammy per un lavoro in collaborazione pubblicato negli anni Duemila.

r/blues - a collage of people with beards

L’eredità

Steve Cropper non è stato semplicemente un grande chitarrista: è stato uno degli architetti del soul moderno, un uomo capace di far dialogare mondi diversi attraverso la musica e di creare un linguaggio nuovo, essenziale, ritmico e profondamente umano.

La sua eredità rimane scolpita nei solchi dei dischi più importanti della storia del soul e nelle corde di ogni chitarrista che cerca, oggi, di avvicinarsi al suo inconfondibile groove.

Letizia Demontis