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6 Gennaio 2023

È morto Gianluca Vialli: addio a uno dei più grandi bomber del calcio italiano

Si è arreso dopo anni di lotta contro un maledetto cancro al pancreas. L'ex bomber, allenatore e dirigente Gianluca Vialli è morto all'età di 58 anni

È morto oggi, all'età di 58 anni, Gianluca Vialli, ex bomber di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea e, negli ultimi anni, capo delegazione della Nazionale. Nel 2017 la scoperta del cancro al pancreas, un nemico contro il quale Vialli ha sempre combattuto da grande guerriero, diventando un esempio di forza e un punto di riferimento granitico per le tante persone che hanno lottato e lottano contro questo male.

L'abbraccio con il Mancio a Wembley nell'estate del 2021, subito dopo la parata di Donnarumma che ha dato agli Azzurri il titolo di Campioni d'Europa per la seconda volta nella storia, è entrato nel cuore di tutti gli italiani. Nessuno escluso. E proprio Roberto Mancini, al di fuori dei familiari, è stato l'amico più presente, un'altra sua metà nella vita di tutti i giorni. D'altronde li chiamavano “i gemelli del gol” ai tempi dello storico scudetto della Samp. E loro gemelli lo erano davvero e l'hanno dimostrato anche e soprattutto fuori dal terreno di gioco. Fino alla fine.

La carriera del Vialli calciatore è stata ricca di gioie e successi: l'esordio fra i professionisti con la maglia della “sua” Cremonese, il massimo per un ragazzo, allora sedicenne, che proprio a Cremona era nato e aveva vissuto la propria adolescenza. Poi il passaggio alla Sampdoria e l'esordio in Serie A: con la maglia dei blucerchiati il giovane Gianluca è diventato uomo e bomber spietato. In otto stagioni ha messo a segno 141 reti con i liguri, diventando presto un idolo indiscusso della tifoseria.

 

Anche perché, assieme proprio all'amico Mancini, è stato fra i protagonisti principali del leggendario scudetto della Samp nella stagione 1990/91. Quella era una squadra mitica, che calamitò le simpatie di tutti gli amanti del calcio e che fra le proprie file annoverava campioni del calibro di Pagliuca, Vierchowod, Katanec, Lombardo, Dossena e Mychajlyčenko, per fare soltanto alcuni nomi. Più o meno la stessa squadra che un anno prima, a Goteborg, aveva alzato al cielo la Coppa delle Coppe, battendo in finale i belgi dell'Anderlecht, proprio grazie a una sua doppietta nei tempi supplementari.

Poi, nel '92, il trasferimento alla Juventus, con i bianconeri che in quegli anni, oltre a Vialli, avevano in attacco campioni di calibro di Ravanelli, Baggio e del giovanissimo Del Piero. Prima la vittoria della Coppa UEFA nella stagione 1992/93, poi con Marcello Lippi in panchina Vialli diventa uomo insostituibile fra i bianconeri, vincendo il suo secondo scudetto e soprattutto la Coppa Campioni nella stagione 1995/96.

A quel punto per l'attaccante, all'apice della propria carriera, si spalancano le porte del Chelsea. Arriva in Inghilterra con Roberto Di Matteo e Gianfranco Zola. Quello era il Chelsea degli italiani, una squadra che non trionfò in Premier, ma che riuscì a riportare i Blues, che non vincevano trofei da un quarto di secolo, al vertice del calcio europeo. L'FA Cup, la Coppa delle Coppe 1997/98, la Coppa di Lega inglese e la Supercoppa Europea, ultimo trionfo per il Vialli calciatore e, di fatto, il primo del Vialli allenatore, perché negli ultimi tempi al Chelsea rivestiva il duplice ruolo e per l'occasione decise di non schierarsi e di sostenere i suoi dalla panchina.

Per lui anche 59 presenze e 16 reti con la maglia della Nazionale. Oltre alla partecipazione a due Mondiali: quello di Messico '86 e soprattutto quello giocato in casa, l'indimenticabile Italia '90. Ancora ricordiamo le infinite discussioni nelle settimane precedenti: Mancini-Vialli o Baggio-Schillaci? Milioni di commissari tecnici italiani hanno provato a sostituirsi all'allora CT Azeglio Vicini. Ricordi di un calcio che purtroppo non c'è più.

Poi per Vialli inizia la carriera da allenatore, un capitolo di vita precoce, iniziato presto, a 34 anni, e concluso altrettanto presto: qualche stagione al Chelsea, poi un campionato al Watford. Tutto qua: di sicuro Gianluca si sentiva più a suo agio nei panni del bomber all'interno del rettangolo di gioco. La vita comunque gli ha regalato altri successi personali: per anni è stato opinionista e commentatore per Sky, poi a fine 2019 l'esperienza con la Nazionale. Da dirigente e capo delegazione al seguito degli Azzurri, Vialli ha vissuto la gioia degli Europei vinti contro l'Inghilterra nel luglio del 2021. Forse l'unica gioia che non aveva provato da calciatore.

“Credo che la vita sia per il 20% quello che ti succede, ma per il restante 80% il modo in cui tu reagisci a quello che ti succede”, aveva confessato Vialli in una chiacchierata da brividi con Alessandro Cattelan. “Questa non la considero una battaglia, considero il cancro un compagno di viaggio che prima o poi si stancherà e, dopo avermi temprato, mi lascerà tranquillo”. Purtroppo così non è stato. Gianluca Vialli si è spento nella clinica londinese dove era ricoverato da tempo. Accanto a lui le sue due figlie, la moglie Cathryn, i suoi genitori e tanti amici che gli sono stati vicini fino all'ultimo.

@Francesco Cucinotta