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18 Novembre 2022

Il visore VR che uccide chi muore nel videogioco: l'idea di Palmer Luckey

Palmer Luckey, ex fondatore di Oculus prende ispirazione da Sword Art Online per creare un visore in grado di uccidere realmente in caso di morte del personaggio nel gioco

Il confine tra finzione e realtà è come un filo sottile, però c’è di più, ossia chi crede che questo limite sia ancora più fugace quando si parla di videogiochi e realtà virtuale, al punto di mettere a repentaglio la propria vita.

Il sostenitore principale di tale tesi è stato Palmer Luckey, creatore di Oculus VR, che ha svelato come usando il suo nuovo visore per la realtà virtuale si possa perdere la vita nella realtà in caso di morte nel videogioco.

Realmore » Oculus Rift

Luckey ha dichiarato che il dispositivo è stato ispirato da Sword Art Online, la serie di romanzi giapponesi convertita in anime, in cui i giocatori sono intrappolati in un gioco di ruolo online in cui morire durante la partita si ripercuote nel mondo reale a causa del visore "NerveGear" indossato.

Luckey ha lanciato Oculus nel 2012, prima di cederlo a Facebook nel 2014 per due miliardi di dollari. Nel frattempo, ha creato Oculus Rift e altre tecnologie VR che ora sono alla base della grande scommessa dell'azienda, oggi conosciuta come Meta, sul metaverso.

In un post su Twitter, Luckey ha scritto: "L'idea di legare la vita reale al proprio avatar virtuale mi ha sempre affascinato: si alza immediatamente la posta in gioco al massimo livello e si costringono le persone a ripensare radicalmente il modo in cui interagiscono con il mondo virtuale e con i giocatori al suo interno".

Luckey, che ha lasciato Oculus nel 2017 e ha fondato un'azienda appaltatrice militare ad alta tecnologia chiamata Anduril Industries, ha svelato di essere al lavoro su una versione reale del NerverGear, ma di aver interrotto i lavori a metà dell’opera.  

Infatti il “genio della realtà virtuale” ha dichiarato: "La cattiva notizia è che finora ho capito solo metà di ciò che serve, ovvero la parte che rende il visore effettivamente in grado di uccidere. L'altra metà dell'equazione in grado di rendere il visore perfetto è ancora ben lontana dall'essere completata".

Luckey ha spiegato che il dispositivo è collegato a "tre cariche esplosive", collegate a un fotosensore a banda stretta in grado di rilevare quando lo schermo lampeggia di rosso a una frequenza specifica. In sostanza, quel che lo sviluppatore voleva dire è: "Quando viene visualizzata una schermata di Game Over, le cariche esplodono, distruggendo istantaneamente il cervello dell'utente".

Già noti al settore videoludico altri tentativi di rendere più appetibili i videogiochi: nel 2001, in Germania, un'installazione artistica intitolata "PainStation" aveva già messo in guardia i giocatori che perdevano una partita a Pong di porre l’attenzione su sensazioni di calore, pugni ed elettroshock di durata variabile. La partita sarebbe terminata una volta superata la soglia della sopportazione del dolore da parte dell’utente.

Pain Station in Computerspielemuseum, Berlin | Computer game… | Flickr

Nello stesso anno, il "Tekken Torture Tournament" aveva visto 32 partecipanti giocare al popolare gioco di combattimento Tekken 3 indossando delle fasce da braccia che davano loro "scosse elettriche non letali" in analogia con le ferite subite dai loro personaggi sullo schermo.

Tekken 3 - Wikipedia

Sembra dunque che, a distanza di anni, la musica non sia cambiata: solo il giudizio dei giocatori può annullare l’effetto di questi dispositivi.

@Redazione Sintony News