È bene chiudere gli acquari e proteggere i criceti: il Gatto di Bengala, bellissimo e affascinante come uno splendido leopardo, non li perdonerebbe. Troppa la sua esuberanza e l’innata passione per la caccia: pesci, uccellini, piccoli topi e anche le lucertole non riuscirebbero a sfuggire al suo attacco.
Nonostante ciò, l’esemplare nato dall’unione di un gatto domestico e di Gatto Leopardo (Prionailurus bengalensis) ha tutte le carte in regola per diventare la nuova star della casa. Caratterizzato da un manto leopardato, dalla pelliccia fitta, eccezionalmente morbida al tocco e così lucida da sembrare splendente. Un corpo slanciato, muscoloso e sinuoso, e quello sguardo, occhi ovali tendenti alla mandorla, magnetici e selvaggi. La sua indole giocherellona, coccolona, un forte attaccamento all’acqua e a tutti i possibili giochi “umidi”: sono tutti ingredienti che rendono il Gatto Bengala un esemplare davvero unico.
L’etologo del WWF, Marco Antonelli spiega: “Parliamo di un gatto dal temperamento esuberante, con un istinto alla caccia molto sviluppato, che ha ereditato alcune caratteristiche comportamentali dal suo “avo”, il Gatto Leopardo, da cui è stato ibridato grazie all’accoppiamento con un gatto domestico”.
Antonelli ha poi continuato a raccontare l’origine del felino: “All’inizio degli anni ’90 è stato riconosciuto come Gatto Bengala e da allora sono nati i primi allevamenti. Un po’ come quello che è successo per il Lupo Cecosclovacco, il desiderio delle persone di possedere tutto ciò che è bello e selvatico ha creato una moda e ora il Gatto Bengala è ricercatissimo proprio per la bellezza che gli deriva dallo splendido mantello che ricorda quello del Leopardo anche se, va sottolineato, non ha nulla a che fare con questo felino, classificato come Panthera”.
A seguito dell’ibridazione iniziale e con le successive generazioni, il Gatto Bengala ha perso sempre più le sue caratteristiche “selvatiche” derivanti dal Gatto Leopardo e si è maggiormente “addomesticato”. Ci sono volute sei generazioni per entrare nella categoria dei gatti domestici.
Per chi ne desidera uno, l’unica strada è affidarsi ad un allevatore serio che, per esserlo, dovrà fornire al momento dell’acquisto, il suo pedigree accompagnato da libretto sanitario, a conferma delle vaccinazioni obbligatorie e dello stato di salute generale.
Il Bengala, a differenza del Gatto Leopardo che vive in tutto il sud est asiatico ma anche in Corea, India e Pakistan, è invece a tutti gli effetti un gatto domestico: può raggiungere un peso di sei o sette chilogrammi al massimo per gli esemplari maschi, fino a sei per le femmine. Un’aspettativa di vita abbastanza longeva che arriva fino ai 15/16 anni e una grandissima predisposizione alla vita in famiglia. Non è un gatto da poltrona, bensì un gatto attivo amante della corsa, dei balzi, e che ama soprattutto dominare la casa.
Amichevole con i cani e particolarmente giocherellone: questo lo rende perfetto per le case, e le famiglie, in cui sono presenti più animali. È un gatto fedele, intelligente, curioso e intraprendente.
La nota dolente è il prezzo, il quale oscilla tra i mille e i duemila euro. In Italia sono presenti una sessantina di allevamenti distribuiti su tutto il territorio, comprese le isole.
Il problema è che, nella maggior parte dei casi, si tratta di allevamenti amatoriali: ciò che fa la differenza è la possibilità di fornire il pedigree dell’animale per scongiurare la sicurezza che provenga da allevamenti illegali.
@Redazione Sintony News