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Internet e tecnologia
12 Settembre 2022

L’Unione europea lavora per allungare la vita degli smartphone

Contrastare gli sprechi e forme di obsolescenza programmata, pezzi di ricambio facili da trovare nel tempo e batterie più efficienti.

Allungare la vita dei nostri smartphone e dispositivi elettronici. L’obiettivo è fissare una serie di requisiti per i prodotti venduti in Unione europea per far sì che la durata di vita media degli smartphone arrivi a cinque anni e non gli attuali due-tre anni intervenendo sulla facilità di riparazione all’ecodesign, fino alla progettazione dei sistemi operativi.

Le batterie dovranno sopravvivere almeno 500 cariche complete senza deteriorarsi al di sotto sotto dell’83% della loro capacità di carica. A giugno Bruxelles aveva introdotto l’obbligo per i produttori di elettronica di utilizzare caricabatterie standard entro il 2024: le porte Usb-C diventeranno il formato standard per tutti gli smartphone, i tablet, le videocamere, le cuffie, gli altoparlanti portatili e le console portatili per videogiochi, Apple inclusa.

Estendere di cinque anni il ciclo di vita di tutti gli smartphone nell’Ue permetterebbe di risparmiare emissioni per circa 10 milioni di tonnellate di CO2, più o meno come togliere 5 milioni di auto dalla strada, ha calcolato l’Ufficio europeo per l’ambiente, un organismo non governativo. La produzione incessante di nuovi modelli, come è ormai noto, è causa di notevoli problemi di emissioni climalteranti e di rifornimento di materie prime. Ogni volta che uno di questi telefoni viene realizzato, crea tra i 40 e gli 80 kg di CO2. Se l’hardware degli smartphone fosse, invece, reso più riparabile e riciclabile, si ridurrebbe di un terzo il consumo energetico associato alla loro produzione e al loro uso.

 

 

@MorenoPisano