News

Attualità
7 Febbraio 2022

Stop alle bocce di vetro per pesci rossi: in Francia un'azienda vieta la vendita

Le bocce di vetro dove tenere i pesci rossi non potranno più essere acquistate: "Li fanno impazzire"

Basta con le bocce di vetro per i pesci rossi. Lo ha dichiarato una grande azienda francese produttrice di acquari, AgroBiothers Laboratoire, che ha deciso che smetterà di produrle. "La gente compra un pesce rosso d'impulso, ma se sapesse a quale tortura lo condanna non lo farebbe. Girare in una minuscola boccia fa impazzire l'animale e lo porta rapidamente alla morte", ha dichiarato alla Reuters l'ad dell'azienda, Matthieu Lambeaux. La Francia in particolare rappresenta il primo mercato europeo per gli acquari domestici, con circa 2,3 milioni di pesci venduti. La sua azienda, che negli anni precedenti ha venduto circa 50mila bocce all'anno, non produrrà più vasche per pesci al di sotto dei 15 litri, tonde e senza un sistema di ricambio dell'acqua.

Secondo gli studi, i pesci rossi possono vivere fino a 30 anni e raggiungere i 25 centimetri di dimensione, se vivono in un ambiente a loro adatto come uno stagno o un acquario abbastanza grande, con acqua pulita e spazio per nuotare. Si tratta inoltre di animali sociali: la solitudine è un altro elemento che li conduce, lentamente, alla morte.

In Italia si calcola che quasi 5 milioni di famiglie abbiano un pesce rosso. Non esiste una legge specifica che vieti le minuscole bocce, ma molti Comuni si sono dotati di un proprio regolamento e hanno imposto multe per scoraggiare i cittadini a tenere i pesci nella classica boccia. In campo è scesa anche l'associazione italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente, che ha annunciato l'istituzione di un tribunal dedicato ai maltrattamenti dei pesci rossi. "Da febbraio avvieremo un vero e proprio servizio di tutela legale per questi animali chiamato appunto Tribunale dei pesci rossi a cui tutti potranno rivolgersi per chiedere informazioni e segnalare abusi nei confronti di questi animali che per noi hanno gli stessi diritti degli altri che vivono nelle case degli italiani", si legge sulla nota dell'Associazione.

 

@sintonynews