Dopo l’obbligatorietà partita il 5 agosto per alcune categorie e attività, arriva il 15 ottobre l’obbligo di green pass anche per il settore privato. Intanto da oggi al via la terza dose in Sardegna per le persone immunocompromesse, trapiantati e malati oncologici con determinate specificità
Dai ristoranti agli stadi, dai viaggi alle scuole, ci siamo abituati ad utilizzarlo nella vita quotidiana ma da ottobre diventerà obbligatorio anche per feste per cerimonie civili e religiose; Rsa; ristoranti al chiuso; spettacoli aperti al pubblico; eventi sportivi; musei; piscine; palestre; centri benessere; sagre; fiere; convegni; parchi divertimento; centri culturali; sale scommesse; concorsi pubblici. Serve anche per utilizzare i seguenti mezzi di trasporto: aerei; navi e traghetti di trasporto interregionale, tranne nello Stretto di Messina; treni Inter City, Inter City Notte e Alta Velocità; autobus che collegano più di due regioni.
Scuole. L’obbligo di green pass per l’accesso a scuole e università è in vigore fino al 31 dicembre. Chiunque accede a tutte le strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative è tenuto a possedere il pass. Questa disposizione non si applica ai bambini, agli alunni e agli studenti. L’obbligo riguarda non soltanto il personale scolastico ma chiunque debba accedere negli istituti, compresi i genitori.
Lavoro privato. Dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre, quando è prevista la scadenza dello stato d'emergenza, la certificazione verde diventa obbligatoria in tutti i luoghi di lavoro e andrà ad incidere direttamente sulla vita di 23 milioni di italiani, di cui 14 milioni e 700mila impiegati nel settore privato. L'obbligo riguarda tutti i lavoratori: i privati; il personale delle amministrazioni pubbliche; il personale di autorità indipendenti, Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici e organi costituzionali. Il vincolo vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice. L’obbligo è esteso ai soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa o formativa presso le pubbliche amministrazioni.
Cosa si rischia. Al datore di lavoro spetta organizzarsi per i controlli, entro il 15 ottobre, pena una multa fra i 400 e i 1.000 euro. Il dipendente sorpreso sul luogo di lavoro avendo violato l’obbligo di pass, avrà un’ammenda fra i 600 e i 1.500 euro. La validità del green pass potrà essere verificata, nel privato, con la app 'VerifiCa19' mentre nel pubblico il premier, su proposta dei ministri per la Pa e della Salute, potrà definire delle linee guida "per la omogenea definizione delle modalità organizzative".
Smart working e green pass. La gestione del green pass riguardo allo smart working resta ancora da capire, anche se la linea del governo pare essere chiara: la mancanza di certificazione non può trasformarsi in un diritto a lavorare da remoto. Tuttavia, secondo fonti di Palazzo Chigi, se per esigenze di ufficio il datore di lavoro chiede al dipendente di lavorare in smart working, il green pass non è richiesto. Il certificato, infatti, non serve per lavorare ma solo per accedere al luogo di lavoro.