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Cultura
2 Gennaio 2021

Dante: il film di Pupi Avati

“È il film della mia vita” - dichiara il regista. "Lo chiamo il film della mia vita perché ci sto dietro da diciotto anni. Non è una fiction, che mi sembra un format un po’ riduttivo. Pretendo una dignità e una qualità di qualcosa che rimane"

Non ti curar di loro, ma guarda e passa.

Dante Alighieri

 

 

Dopo anni di incubazione, Pupi Avati ha realizzato il film sulla vita di Dante Alighieri con finanziamenti in gran parte dalla Rai e per il resto reperiti in autonomia.

La partenza è ancora incerta. Nella scena, Sergio Castellitto, sommo protagonista nel ruolo di Boccaccio nonchè chiave di narrazione per raccontare la vita del padre della nostra lingua.

"Gli italiani dovrebbero richiedere a gran voce un film su Dante, pretenderlo.  Chi poi lo girerà è secondario. Ma perché sono solo io a portare avanti questa battaglia? Il fatto che Rai cinema  sia 'sbloccata' è importante, ma non sufficiente.  Non so quando partiremo...chiedetelo al ministro Franceschini".

Un progetto di cui si parla dal 2002 e ideato proprio per i 700 anni dalla morte.

"Ho già fatto tantissimi annunci e interviste. Il film è pronto, scritto con il coinvolgimento di un comitato di importanti dantisti. Rai cinema c'è ma non basta. E' una produzione in costume, complessa,  il cinema italiano non affronta da tempo una cosa del genere, e questo mi preoccupa molto. Fino a 30 anni avevo odiato Dante, come tutti quelli che si sono visti proposti i classici dalla scuola nel modo peggiore. Suggerisco a tutti un percorso: leggere per prima cosa la Vita Nova  - ha detto il regista nell'evento in rete con la partecipazione di Luca Sommi, che ha portato con successo la Divina Commedia su Instagram -  Molte cose  sono misteriose  in Dante, di cui non abbiamo come e' noto neppure un manoscritto.  Credo che debba gran parte  della sua poetica al dolore, la più  grande scuola della vita.  Basti ricordare che a cinque anni perse la madre, poi l'ingiustizia dell'esilio...scrivere un film su di lui, con la sua conoscenza sconfinata, è esperienza da far tremare i polsi. Io mi ci sono accostato con estrema umiltà ed ho trovato la password narrativa in  Boccaccio, il primo suo commentatore. Ed anche il primo che andò a Ravenna  a incontrare la figlia, suor Beatrice, custode  della tomba paterna, portando il risarcimento per le cattiverie subite di fiorentini. Una partenza stupenda!  Boccaccio cercò  amici e sodali del cenacolo ravennate, poi scrisse il trattatello in laude che e' la prima biografia di Dante, ci rivela il nome di Beatrice Portinari, sono cose che molti italiani magari non sanno".

 

@MariazzurraLai