News

Attualità
29 Dicembre 2025

Ansia da Capodanno: quando l’obbligo di divertirsi pesa più della festa

Tra pressioni sociali, bilanci personali e paura del futuro: cosa si nasconde davvero dietro la notte di fine anno

Il Capodanno è da sempre sinonimo di festa, leggerezza e nuovi inizi. Ma per molte persone, dietro i brindisi e i fuochi d’artificio, si nasconde un disagio silenzioso. Un senso di ansia, malinconia o insofferenza che rende l’ultima notte dell’anno tutt’altro che spensierata. Non si tratta di un vissuto isolato, bensì di un fenomeno sempre più diffuso e osservato anche da psicologi ed esperti di salute mentale.

Come evidenziato in un articolo pubblicato nel mese di dicembre da Uno Bravo, piattaforma online di psicoterapia, l’ansia legata al Capodanno può svilupparsi su più livelli, intrecciando aspettative sociali, pressione emotiva e riflessioni profonde sul cambiamento e sul tempo che passa.

La pressione di “dover festeggiare”

Uno dei principali fattori di disagio riguarda il modo in cui il Capodanno viene raccontato e rappresentato. Media, pubblicità e social network costruiscono un’immagine precisa: l’ultima notte dell’anno deve essere speciale, memorabile, perfetta. Cene elaborate, feste glamour, viaggi esclusivi diventano il modello a cui conformarsi.

Questa narrazione alimenta facilmente la FOMO (Fear of Missing Out), la paura di restare esclusi da esperienze considerate importanti o desiderabili. Il risultato è spesso un senso di obbligo: partecipare a eventi costosi o poco sentiti, non per reale piacere ma per non sentirsi “fuori posto”.

Il peso dei bilanci e del cambiamento

Accanto alla pressione esterna, esiste una dimensione più intima e profonda. Il Capodanno rappresenta simbolicamente una soglia: la fine di un capitolo e l’inizio di un altro. È il momento dei bilanci, delle domande scomode, dei confronti con ciò che si è fatto - o non si è riusciti a fare.

Questo processo di auto-valutazione può riattivare paure legate all’incertezza del futuro e alla sensazione di non essere all’altezza delle aspettative, proprie o altrui. Il confronto con modelli di successo spesso irrealistici e con tappe di vita considerate “normali” può accentuare sentimenti di insoddisfazione, tristezza e malinconia.

Un fenomeno diffuso (e normale)

Le difficoltà emotive legate al Capodanno si inseriscono in un quadro più ampio. In Italia, una parte significativa della popolazione riferisce livelli elevati di stress e ansia, che tendono ad acuirsi in corrispondenza di momenti simbolicamente carichi come le festività.

Gli esperti sottolineano che emozioni come tristezza, stanchezza o disorientamento in questi periodi non sono segnali di debolezza, ma reazioni comuni a richieste emotive elevate. Il problema non è provare queste sensazioni, ma sentirsi in colpa per averle.

Come affrontare l’ansia di Capodanno

Affrontare l’ansia legata al Capodanno non significa eliminarla a tutti i costi, ma imparare a riconoscerla e a ridimensionarla.

Quando il disagio nasce dall’idea del festeggiamento, può essere utile prendere le distanze dai social e dai media, anche solo temporaneamente, per ascoltare i propri bisogni reali. Non esiste un modo “giusto” di celebrare: per qualcuno una festa affollata è stimolante, per altri una cena intima o una serata tranquilla rappresentano la scelta più autentica.

Se invece l’ansia è legata ai bilanci personali, è fondamentale adottare uno sguardo più gentile e realistico verso sé stessi. Fare un bilancio non significa giudicarsi, ma osservare il percorso compiuto, riconoscendo difficoltà e risorse. Più che fissare obiettivi rigidi, può essere utile individuare direzioni, priorità e desideri compatibili con i propri tempi e la propria realtà.

In fondo, il benessere passa anche dalla possibilità di progettare un futuro su misura, senza indossare aspettative che non ci appartengono. Perché, come un abito troppo stretto, gli obiettivi imposti finiscono per limitare i movimenti invece di accompagnarli.

Letizia Demontis