
L’Italia è finita sotto accusa per la gestione degli insegnanti di sostegno. A puntare il dito è il Comitato europeo dei diritti sociali, organismo del Consiglio d’Europa, secondo cui il nostro Paese non garantisce pienamente i diritti né dei docenti né degli studenti con disabilità.
Nel mirino del Comitato ci sono soprattutto le condizioni lavorative degli insegnanti di sostegno, spesso caratterizzate da contratti precari e da un accesso insufficiente alla formazione specifica. In circa il 30% dei casi, infatti, i docenti non riceverebbero un’adeguata preparazione professionale. Una situazione che, secondo l’organismo europeo, viola il diritto dei lavoratori a potersi mantenere attraverso un’occupazione scelta liberamente e svolta in condizioni dignitose.
Le ricadute, però, non riguardano solo il personale scolastico. La diffusa precarietà incide anche sul diritto degli alunni con disabilità a ricevere un’istruzione realmente inclusiva e continuativa. La mancanza di stabilità e di formazione adeguata comprometterebbe infatti la qualità del supporto educativo, mettendo a rischio il principio di pari opportunità nel sistema scolastico.
Un richiamo che riapre il dibattito sulla necessità di riforme strutturali per garantire maggiore tutela ai docenti di sostegno e un’istruzione più equa agli studenti più fragili.