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27 Novembre 2025

Gli italiani bocciati in grammatica, ecco gli errori più comuni

Un’indagine, realizzata in occasione dell’uscita del book-game “501 quiz sulla lingua italiana”, svela i principali errori grammaticali commessi dagli italiani e cosa fare per evitarli

La lingua italiana è in crisi: quasi 7 italiani su 10 (il 68%) ammettono di commettere errori grammaticali "inquietanti" sia nello scritto che nel parlato. Una nuova indagine, condotta da Libreriamo in occasione dell'uscita del book-game "501 quiz sulla lingua italiana", ha svelato la classifica degli strafalcioni più diffusi e le cause di questo allontanamento dalla padronanza dell'idioma nazionale.

Gli esperti puntano il dito contro l'abuso di internet, l'uso massiccio di neologismi e anglicismi, e avvertono sul rischio che questa superficialità porti a una difficoltà nel formulare ragionamenti sensati.

Le incertezze grammaticali variano dal congiuntivo ai pronomi, ma il vero incubo degli italiani resta l'apostrofo.

Un'indagine sugli errori di grammatica e di ortografia degli italiani -  Famiglia Cristiana

Tra gli strafalcioni più noti, il 50% sbaglia la declinazione dei verbi (uso di tempi e ausiliari). Quasi la metà (48%) confonde la C con la Q in parole come evaquare (evacuare) o profiquo (proficuo). Ne o Né (44%): l'accento su "né" si usa solo come negazione.

Un po' (37%): la forma corretta è "un po’ " con l'apostrofo (derivante dal troncamento di poco), mentre "pò" con l'accento si diffonde scorrettamente.

A volte (25%) / D'accordo (31%): errata la fusione delle parole come avvolte o daccordo.

Pultroppo (22%) / Propio (19%): errori ortografici comuni.

Ben 7 italiani su 10 bocciati in grammatica: errori inquietanti nello  scritto, ma anche nel parlato

Un errore "originale" proviene dal settore beauty: il 13% dei clienti chiede la ceretta "al linguine" invece di "all’inguine".

Per ridare dignità alla lingua italiana, gli esperti suggeriscono un vademecum di buone pratiche.

Leggere con regolarità (66%): l'abitudine alla lettura è il primo "antidoto" all'ignoranza grammaticale.

Evitare l'uso frequente di chatbot AI (55%): anch’essi non sono esenti da errori grossolani.

Diminuire l’abuso di neologismi e anglicismi (51%): contribuiscono alla confusione.

Riprendere l’antica abitudine di scrivere a mano (43%).

Saro Trovato, sociologo e fondatore di Libreriamo, sottolinea il valore della lingua come elemento identitario: «L’italiano, inteso come lingua, è un luogo simbolico che ci accoglie al di là delle differenze geografiche, sociali e generazionali. La lingua rappresenta un valore da salvaguardare, una delle eccellenze del nostro Paese da tutelare e valorizzare: per farlo, occorre innanzi tutto conoscerla.»

 

 

@Redazione Sintony News