
La lingua italiana è in crisi: quasi 7 italiani su 10 (il 68%) ammettono di commettere errori grammaticali "inquietanti" sia nello scritto che nel parlato. Una nuova indagine, condotta da Libreriamo in occasione dell'uscita del book-game "501 quiz sulla lingua italiana", ha svelato la classifica degli strafalcioni più diffusi e le cause di questo allontanamento dalla padronanza dell'idioma nazionale.
Gli esperti puntano il dito contro l'abuso di internet, l'uso massiccio di neologismi e anglicismi, e avvertono sul rischio che questa superficialità porti a una difficoltà nel formulare ragionamenti sensati.
Le incertezze grammaticali variano dal congiuntivo ai pronomi, ma il vero incubo degli italiani resta l'apostrofo.

Tra gli strafalcioni più noti, il 50% sbaglia la declinazione dei verbi (uso di tempi e ausiliari). Quasi la metà (48%) confonde la C con la Q in parole come evaquare (evacuare) o profiquo (proficuo). Ne o Né (44%): l'accento su "né" si usa solo come negazione.
Un po' (37%): la forma corretta è "un po’ " con l'apostrofo (derivante dal troncamento di poco), mentre "pò" con l'accento si diffonde scorrettamente.
A volte (25%) / D'accordo (31%): errata la fusione delle parole come avvolte o daccordo.
Pultroppo (22%) / Propio (19%): errori ortografici comuni.

Un errore "originale" proviene dal settore beauty: il 13% dei clienti chiede la ceretta "al linguine" invece di "all’inguine".
Per ridare dignità alla lingua italiana, gli esperti suggeriscono un vademecum di buone pratiche.
Leggere con regolarità (66%): l'abitudine alla lettura è il primo "antidoto" all'ignoranza grammaticale.
Evitare l'uso frequente di chatbot AI (55%): anch’essi non sono esenti da errori grossolani.
Diminuire l’abuso di neologismi e anglicismi (51%): contribuiscono alla confusione.
Riprendere l’antica abitudine di scrivere a mano (43%).
Saro Trovato, sociologo e fondatore di Libreriamo, sottolinea il valore della lingua come elemento identitario: «L’italiano, inteso come lingua, è un luogo simbolico che ci accoglie al di là delle differenze geografiche, sociali e generazionali. La lingua rappresenta un valore da salvaguardare, una delle eccellenze del nostro Paese da tutelare e valorizzare: per farlo, occorre innanzi tutto conoscerla.»
@Redazione Sintony News