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25 Novembre 2025

Todde su violenza donne: "Responsabilità collettiva, serve cambiamento culturale profondo"

In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, la Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Alessandra Todde, ha rilasciato una profonda riflessione che chiama in causa la responsabilità collettiva, la cultura della subordinazione e l'allarme crescente della violenza online

In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, la Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Alessandra Todde, ha rilasciato una profonda riflessione che chiama in causa la responsabilità collettiva, la cultura della subordinazione e l'allarme crescente della violenza online.

La Presidente Todde ha respinto con forza l'idea che la violenza di genere sia un fenomeno accidentale o inevitabile: "Il femminicidio non è un incidente né un destino biologico, è la conseguenza estrema di una cultura che per secoli ha imposto alle donne subordinazione, controllo, silenzio."

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Secondo Todde, questo sistema alimenta ancora oggi le disparità e normalizza comportamenti inaccettabili. Nonostante le donne conquistino spazi, diritti e responsabilità, c'è ancora chi cerca di limitarle con forme di violenza che vanno da quella psicologica ed economica fino a quella domestica e digitale.

Quest'anno, la Giornata ha posto l'accento sul fronte sempre più allarmante della violenza online, che include molestie, stalking digitale e diffusione non consensuale di immagini (deepfake).

La Presidente ha citato il recente e drammatico attacco verbale subito da Valentina Pitzalis – la donna sarda sopravvissuta a un tentato femminicidio – il cui commento choc come «Perché c’è chi la moglie la preferisce cruda e chi cotta» denota un livello di violenza verbale che "dice tutto sul clima che ci circonda" e ribadisce l'urgenza di un profondissimo cambiamento culturale.

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La Regione Autonoma della Sardegna (RAS) ha scelto di agire "con profondità" su più fronti: potenziamento dei centri antiviolenza e miglioramento dell'accesso ai servizi con nuove linee guida, supporto specializzato con garanzia di maggiore supporto psicologico, legale e abitativo, investimento sull’indipendenza economica delle donne, cruciale perché "troppe esitano a denunciare per timore di non riuscire a sopravvivere dopo".

Alessandra Todde ha concluso il suo intervento sottolineando che la responsabilità collettiva impone di non astrarre il dramma in semplici statistiche, ma di pronunciare i nomi delle vittime.

Nell’ultimo anno in Italia, le donne uccise per femminicidio sono state almeno 77. Tra loro, la Presidente ha ricordato le donne sarde: Giuseppina Massetti (Nuoro), Martina Gleboni (Nuoro), Maria Esterina Riccardi (Nuoro), Cinzia Pinna (Castelsardo), Francesca Deidda (San Sperate), Ignazia Tumatis (Cagliari), Maria Dolores Cannas (Sinnai) e Marisa Dessì (Cagliari).

"Ogni nome è un’assenza. Ogni assenza è una ferita che attraversa la nostra comunità. E una società che permette anche una sola assenza in più non può dirsi una società libera," ha concluso la Presidente Todde.

 

 

@Redazione Sintony News