
Il Governo italiano è al lavoro per introdurre una nuova misura nella Legge di Bilancio che mira a regolamentare e tassare l'enorme flusso di spedizioni a basso costo provenienti dalle piattaforme di e-commerce extraeuropee. La proposta, che la maggioranza sta valutando, prevede un prelievo fisso di due euro su ogni pacco leggero (fino a due chili) spedito da Paesi esterni all'Unione Europea.
L'intervento è chiaramente indirizzato ai colossi cinesi come Temu e Shein, la cui rapida crescita nel mercato italiano è legata ai prezzi estremamente competitivi e all'elevato volume di spedizioni quotidiane.

L'introduzione della nuova tassa sui pacchi extra UE ha un duplice scopo: il gettito derivante dal balzello servirà a trovare nuove risorse finanziarie per sostenere le modifiche e gli aggiustamenti alla Manovra in discussione in Parlamento.
La misura anticipa e allinea il sistema fiscale italiano alle norme europee in via di approvazione.
Il Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato la necessità di dotarsi di "regole europee, forti e veloci, per arginare l'aggressione extraeuropea che sta invadendo con prodotti a basso costo e senza rispetto delle regole il nostro mercato".

La proposta italiana si inserisce nel dibattito comunitario in corso. A Bruxelles, l'Ecofin è chiamato a votare una direttiva che, a partire dal 2028, eliminerà l'attuale esenzione doganale per gli acquisti di basso valore (sotto i 150 euro) provenienti dall'estero. La direttiva europea prevede una tassazione di un euro per le spedizioni sotto questa soglia.
Il Governo italiano, tuttavia, punta ad anticipare l'applicazione al 2026 attraverso la prossima Legge di Bilancio, legando così il nuovo quadro fiscale alla stagione economica nazionale. La posizione italiana, che spinge per l'accelerazione, ha già raccolto il supporto di Paesi come Germania, Belgio e Portogallo, oltre a quello della Presidente della BCE Christine Lagarde.

L'introduzione di un prelievo fisso di due euro avrebbe un impatto diretto e significativo sui grandi marketplace cinesi che operano in Italia.
Temu e Shein movimentano migliaia di spedizioni leggere al giorno grazie a filiere logistiche iper-ottimizzate. La tassa ridurrebbe il divario di costo con i rivenditori europei, i quali lamentano da tempo una concorrenza sleale basata sull'elusione delle normali procedure di tassazione e controllo.
L'attenzione sul settore non è solo fiscale: l'Antitrust ha recentemente sanzionato Shein per presunti messaggi ingannevoli, e un caso in Francia ha coinvolto la piattaforma in un'indagine su presunte bambole pedopornografiche, alimentando il dibattito sulla necessità di controlli più stringenti sulla merce extra-UE.
@Redazione Sintony News