News

Attualità
22 Ottobre 2025

Niente leggi sul benessere degli animali, protesta della coalizione anti-gabbie

La decisione, che era già trapelata in bozze non ufficiali e ora confermata dalla pubblicazione del documento ufficiale, ha scatenato la forte reazione delle associazioni di protezione animale in tutta Europa, che annunciano battaglia

Nonostante gli impegni assunti e le chiare indicazioni scientifiche, la Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen ha deciso di non includere la revisione delle norme sul benessere animale nel suo programma di lavoro per il 2026. La decisione, che era già trapelata in bozze non ufficiali e ora confermata dalla pubblicazione del documento ufficiale, ha scatenato la forte reazione delle associazioni di protezione animale in tutta Europa, che annunciano battaglia.

La scelta della Commissione contraddice apertamente l'impegno, reiterato anche dal Commissario per la Salute e il benessere animale Olivér Várhelyi, di presentare entro il 2026 un atteso pacchetto di proposte legislative in materia.

Gabbie, in Italia il 75% degli animali è allevato così

La decisione è ancora più criticata perché vanifica, almeno per ora, il lavoro svolto dall'EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza alimentare). L'agenzia aveva già redatto valutazioni scientifiche dettagliate e pareri specifici per gli allevamenti di galline ovaiole, conigli, suini e bovini, oltre che sul trasporto degli animali vivi, indicando i punti deboli su cui intervenire. Questi pareri, tuttavia, resteranno "chiusi nel cassetto".

Il nodo centrale che la Commissione si era impegnata a risolvere è quello dell'allevamento degli animali nelle gabbie. Questo tema è stato al centro di una mobilitazione popolare senza precedenti: la coalizione "End the Cage Age" aveva promosso un'Iniziativa dei cittadini europei (ICE) che aveva raccolto 1,4 milioni di firme certificate (superando ampiamente il quorum di un milione).

Basta animali in gabbia - Legambiente Animal Help

In risposta all'ICE, la Commissione si era impegnata a presentare entro la fine del 2023 una proposta per eliminare le gabbie in zootecnia, una scelta che gode di ampio consenso tra i cittadini (un sondaggio Eurobarometro certifica nell'89% la quota di coloro che vorrebbero metodi di allevamento diversi). Ma il 2023 è trascorso invano e il comitato promotore aveva già presentato un ricorso contro la Commissione UE presso la Corte di Giustizia.

Le associazioni sottolineano che lo stop alla riforma è probabilmente figlio del nuovo clima politico creatosi dopo le elezioni europee dello scorso anno, che hanno visto un maggiore peso delle forze sovraniste e conservatrici, spesso refrattarie a iniziative ambientali come il Green Deal e la strategia Farm to Fork. Molte di queste forze politiche sono vicine agli interessi degli allevatori, che vedono con sospetto le norme per la tutela ambientale e del benessere animale.

VIDEO: Quaglie: la vita in gabbia di un uccello allevato per scopi  alimentari

L'unica misura a favore del benessere animale annunciata nel programma 2026 è di natura non legislativa, un generico riferimento alla «zootecnia, con inclusi elementi in materia di benessere animale».

Le associazioni italiane della coalizione End the Cage Age commentano duramente: «Questo è un messaggio preoccupante per i milioni di cittadine e cittadini europei che vogliono e si aspettano che la normativa venga presentata come promesso... Milioni di animali sono ancora intrappolati e soffrono nelle gabbie di tutta l'Europa, gli allevatori e il settore devono ricevere indicazioni chiare e i cittadini vogliono che le loro voci siano ascoltate».

Attualmente, si stima che siano 300 milioni gli animali allevati a scopo alimentare che trascorrono gran parte della loro vita in gabbie: le galline e i conigli sono rinchiusi in spazi della grandezza di un foglio A4, mentre le scrofe sono costrette ad allattare i propri piccoli in gabbie che non consentono loro neanche di girarsi su sé stesse.

 

 

@Redazione Sintony News