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21 Ottobre 2025

Omicidio Giulia Cecchettin, Filippo Turetta a 32 anni potrà uscire con i permessi premio

Turetta, che oggi ha 23 anni, potrà chiedere i primi permessi premio non prima di aver scontato almeno dieci anni di pena, ovvero quando avrà 32 anni

Il processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin si avvia verso una fase cruciale dopo la mossa inaspettata dell'imputato. Filippo Turetta, condannato all'ergastolo in primo grado, ha clamorosamente rinunciato all'appello, mettendo per iscritto il suo "sincero pentimento" in una lettera.

Ora la palla passa alla Procura Generale di Venezia, chiamata a decidere se a sua volta rinunciare all'impugnazione della sentenza. Sebbene l'ergastolo sia già la pena massima e il riconoscimento delle due aggravanti escluse in primo grado (crudeltà e stalking) non comporterebbe un tempo maggiore in cella, l'unico elemento aggiuntivo che i giudici d'appello potrebbero infliggere a Turetta è l'isolamento diurno.

Cecchettin, lettera di Turetta dal carcere: "Senza di me era felice, ma per  me o lei o niente" - Tiscali Notizie

La rinuncia all'appello da parte di Turetta fissa i paletti sul suo futuro detentivo in base alla sentenza di primo gradoPrimi Permessi Premio: Turetta, che oggi ha 23 anni, potrà chiedere i primi permessi premio non prima di aver scontato almeno dieci anni di pena, ovvero quando avrà 32 anni. Questi benefici non sono automatici ma concessi per buona condotta, al fine di permettere un graduale reinserimento e contatti con il mondo esterno. Liberazione Condizionale: secondo quanto riportato da Il Gazzettino, l'imputato potrà chiedere e ottenere la liberazione condizionale (la parte finale in libertà vigilata) dopo aver scontato 26 anni di detenzione, quindi a 48 anni. È previsto un anticipo a 21 anni di pena scontata grazie alla liberazione anticipata, sempre subordinata a una buona condotta in carcere.

Caso Giulia Cecchettin, Turetta rinuncia all'appello: «Sincero pentimento»  - Il Sole 24 ORE

Nonostante la pena massima sia stata già inflitta, i legali della famiglia Cecchettin insistono affinché il processo d'appello sia celebrato per ottenere il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e stalking.

Il motivo non è legato a un inasprimento della pena detentiva, ma al suo "enorme valore simbolico". Gli avvocati spiegano che, in un momento in cui il dibattito sulle violenze alle donne è particolarmente sentito a livello nazionale, il riconoscimento di tali aggravanti in sede di appello invierebbe un segnale forte e inequivocabile sulla gravità e la tipologia del crimine commesso.

 

 

@Redazione Sintony News