Il Museo del Louvre è stato teatro di un gravissimo colpo criminale avvenuto domenica mattina. Sconosciuti sono riusciti a violare i sistemi di sicurezza della struttura, trafugando una quantità imprecisata di oggetti preziosi in quello che è già configurato come uno dei furti più gravi subiti da un'istituzione culturale francese negli ultimi anni.
Erano in quattro, due nel furgone, due su potenti scooter. Dopo un'operazione cronometrata - 7 minuti in tutto - si sono dileguati, portando via otto gioielli. E perdendone per strada soltanto uno, la preziosa corona dell'imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, rimasta danneggiata nella movimentata fuga. I malfattori, con gilet gialli come fossero lavoratori del cantiere, sono saliti sul montacarichi e si sono introdotti subito, a colpo sicuro, nella Galleria di Apollo, al primo piano dell'ala Denon del museo.
L'attenzione degli inquirenti e dei media si concentra sulla possibilità che il bottino includa i cosiddetti "gioielli della Corona" e pezzi di altissimo valore storico, forse risalenti all'epoca napoleonica. Le autorità, mantenendo il massimo riserbo, hanno avviato indagini serrate con il coinvolgimento di forze di sicurezza specializzate.
Nel silenzio ufficiale del museo e della Procura, le ipotesi vertono sulla sezione dedicata alla storia imperiale francese. Secondo fonti giornalistiche, i ladri avrebbero agito con estrema precisione, frantumando teche di vetro blindato e selezionando oggetti ben identificati.
Nonostante non sia stato divulgato l'elenco ufficiale, si ipotizza che i malviventi abbiano mirato a: gemme antiche e spille imperiali e collane contenenti pietre preziose incastonate in oro.
L'espressione "gioielli di Napoleone" è circolata nelle prime ore. Benché non vi sia conferma che il celebre diamante "Le Régent" sia stato rubato, si teme che siano stati sottratti pezzi emblemi della collezione, alcuni dei quali facenti parte del corredo di Napoleone Bonaparte o di Giuseppina.
L'assenza di un inventario pubblico impedisce una stima ufficiale, ma la natura storica dei beni rubati fa propendere per un valore multimilionario.
Il danno non è solo materiale, ma storico: un gioiello documentatamente connesso a Napoleone può valere decine di milioni, risultando di fatto insostituibile. La collezione di gioielli della Corona francese contava decine di migliaia di pietre preziose, e la perdita di questi esemplari è una ferita alla memoria collettiva.
L'aspetto più preoccupante è il destino degli oggetti: le forze dell'ordine temono che i gioielli vengano immessi nel mercato nero e che le gemme vengano staccate dalle montature originali. Questa operazione renderebbe quasi impossibile ricostruire l'identità storica dei pezzi. Le autorità francesi stanno lavorando a stretto contatto con l'Interpol e le unità specializzate nel contrasto al traffico di beni culturali per tracciare le rotte di fuga e bloccare eventuali transazioni illecite.
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