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30 Settembre 2025

Femminicidio Cinzia Pinna, indagata un’amica di Ragnedda per favoreggiamento

Accanto a Emanuele Ragnedda, reo confesso, spuntano i nomi di una ristoratrice e di un giovane lombardo accusati di favoreggiamento. Giovedì l’autopsia a Sassari

Si allarga l’inchiesta sull’omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa nella notte tra l’11 e il 12 settembre e ritrovata senza vita nella tenuta Conca Entosa, tra Palau e Arzachena. Dopo l’arresto di Emanuele Ragnedda, reo confesso del delitto, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati altre due persone: un giovane lombardo di 26 anni e una donna, ristoratrice di San Pantaleo. Entrambi sono sospettati di favoreggiamento.

Secondo gli inquirenti, i due avrebbero aiutato Ragnedda nei giorni successivi al femminicidio. La donna, in particolare, si sarebbe occupata di “operazioni” su un divano spostato all’esterno della casa del 50enne e lo avrebbe accompagnato per alcuni acquisti. Il giovane, invece, sarebbe coinvolto nella sparizione degli effetti personali della vittima e in attività di pulizia all’interno dell’abitazione.

L’inchiesta è in pieno sviluppo e la platea degli indagati potrebbe ampliarsi ulteriormente. «Il capo di imputazione è in divenire», hanno dichiarato i legali del 26enne, Nicoletta e Maurizio Mani, che hanno chiesto di essere sentiti dagli inquirenti.

La pm Noemi Mancini ha nominato un collegio di esperti: il medico legale Salvatore Lorenzoni, l’entomologa forense Valentina Bugelli e il tossicologo Silvio Chericoni. A loro spetta il compito di chiarire le cause della morte, la dinamica dei colpi di pistola che hanno raggiunto la vittima al volto, l’eventuale presenza di violenza sessuale e la tempistica dell’occultamento del corpo.

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L’autopsia è fissata per giovedì a Sassari, alla presenza dei consulenti delle parti. Intanto, proseguono gli accertamenti sul cadavere e sono previsti nuovi sopralluoghi a Conca Entosa.

«Riportatemi nella mia tenuta, lì ricorderò ogni cosa», avrebbe detto Ragnedda ai magistrati. Il 41enne chiede di partecipare al sopralluogo, convinto che tornare sul luogo del delitto possa aiutarlo a ricostruire con precisione la dinamica dei fatti. Un tassello che potrebbe rivelarsi decisivo per gli inquirenti, ancora alla ricerca di possibili complici.

 

 

@Redazione Sintony News