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29 Settembre 2025

Perché il 3 novembre 2025 sui social è il giorno della terza guerra mondiale

I social hanno trasformato la simulazione in teorie complottiste sulla terza guerra mondiale prevista per il 3 novembre 2025

L’idea di immaginare il peggiore degli scenari possibili non è una trovata recente. I filosofi stoici come Seneca e Marco Aurelio praticavano la premeditatio malorum, la premeditazione dei mali, come esercizio mentale per affrontare le difficoltà. I generali romani e greci pianificavano battaglie calcolando anche le conseguenze più catastrofiche: sconfitte, ritirate, fallimenti logistici. In guerra, pensare al worst case scenario serviva a ridurre l’incertezza e limitare le perdite. Oggi, invece, la stessa logica diventa materia prima per le teorie del complotto che proliferano sui social.

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Tutto nasce da un’intervista pubblicata dal Daily Mail all’ex comandante NATO Richard Shirreff. Il generale ha elaborato un esempio puramente ipotetico di “scenario peggiore”, in cui la Russia lancia un attacco a sorpresa contro le capitali baltiche il 3 novembre 2025. Nel giro di cinque giorni – sostiene Shirreff – Mosca sarebbe in grado di paralizzare l’Europa e mettere in ginocchio la NATO. L’intento del militare è chiaro: mettere in guardia l’opinione pubblica e i governi occidentali sui rischi di una difesa debole e impreparata.

Ma quella che voleva essere un’analisi teorica si è presto trasformata, sul web, in miccia per teorie apocalittiche. C’è chi sostiene di aver trovato nel dark web “piani segreti” per la terza guerra mondiale; altri si affidano a calcoli numerologici sulle date delle guerre mondiali, trovando corrispondenze con il 3 novembre 2025. Non mancano video manipolati, immagini generate dall’intelligenza artificiale e falsi notiziari che mostrano scenari di distruzione in Europa, amplificando paure e disinformazione.

Quella pericolosa deriva verso la Terza guerra mondiale

Secondo lo scenario ipotizzato da Shirreff, i primi a cadere sarebbero Lituania, Estonia e Lettonia: blackout estesi, attacchi informatici alle reti elettriche, ospedali e banche paralizzati, rivolte alimentate da agenti russi e bielorussi. La Russia occuperebbe il “corridoio di Suwałki”, collegando Kaliningrad alla Bielorussia e assumendo il controllo dei cieli. L’Europa, in questo quadro, resterebbe immobile, incapace di reagire.

In realtà, non ci sono segnali concreti di un’offensiva imminente. Le manovre della Marina russa non indicano preparativi per un attacco su larga scala, e sebbene le tensioni con la NATO siano reali – dalle violazioni dello spazio aereo alle interferenze GPS – l’ipotesi di Shirreff rimane un esercizio accademico. Un avvertimento, non una previsione.

 

 

 

@Redazione Sintony News