Ilona Staller, meglio conosciuta come Cicciolina, non si arrende: continua la sua personale crociata per riottenere il vitalizio parlamentare che le fu revocato nel 2018 durante l'ondata anti-casta promossa dal Movimento 5 Stelle. Dopo l’ennesimo ricorso respinto dal Collegio d’appello di Montecitorio, l’ex parlamentare e icona pop degli anni ’80 rilancia la sfida, annunciando una possibile denuncia contro la Camera dei Deputati e contro Giuseppe Conte, ex premier e oggi presidente del M5S.
Eletta alla Camera nel 1987 con il Partito Radicale, Ilona Staller aveva diritto, come tutti gli ex deputati, a un vitalizio previsto dal vecchio regolamento parlamentare. Ma nel 2018, nell’ambito di una riforma voluta dai Cinque Stelle per ridurre i cosiddetti “privilegi della casta”, il suo assegno fu tagliato drasticamente. Da allora, Cicciolina ha iniziato una lunga battaglia a colpi di ricorsi, tutti finora respinti.
L’ultimo schiaffo è arrivato pochi giorni fa, quando il Collegio d’appello di Montecitorio ha confermato la legittimità della revoca, lasciando l’ex parlamentare senza l’emolumento. Ma per lei la vicenda è tutt’altro che chiusa.
Secondo l’avvocato della Staller, il procedimento avrebbe presentato profili di conflitto d’interessi e ingerenze politiche. Nel mirino c’è soprattutto Giuseppe Conte, che si è pubblicamente vantato del rigetto del ricorso, attribuendolo anche alla presenza di un parlamentare M5S all’interno del collegio giudicante.
“Quella che è stata una vittoria politica per Conte – ha dichiarato il legale – è stata una sconfitta per la legalità in Italia. Il giudizio dovrebbe essere tecnico e imparziale, non una battaglia politica travestita da sentenza.”
L’ipotesi, ora, è quella di denunciare la Camera dei Deputati e lo stesso Conte per aver, secondo la difesa, influito sull’esito del procedimento. La decisione è ancora in fase valutativa, ma la Staller non esclude di portare la vicenda anche in sede europea.
Oggi 72enne, Ilona Staller resta una figura fuori dagli schemi: prima attrice pornografica e poi parlamentare radicale, è stata una delle protagoniste più eccentriche della Prima Repubblica. La sua battaglia per il vitalizio si inserisce in un dibattito più ampio che da anni divide l’opinione pubblica: da un lato chi difende il diritto acquisito degli ex deputati, dall’altro chi considera i vitalizi un simbolo anacronistico di privilegi immeritati.
Nel frattempo, l’ex parlamentare – mai pentita della sua carriera politica e artistica – continua a coltivare il sogno proibito di vedere ripristinato il suo assegno. E se le vie giuridiche italiane si chiuderanno definitivamente, non esclude un ricorso alla Corte di Strasburgo.
Il caso Cicciolina riaccende l’attenzione sulla riforma dei vitalizi del 2018, che ha coinvolto centinaia di ex parlamentari e ha già generato decine di ricorsi, con esiti alterni. La battaglia dell’ex deputata, sebbene iconica, non è isolata, e potrebbe avere conseguenze anche su altri procedimenti simili in corso.
Nel frattempo, Ilona Staller promette che non si arrenderà. “Finché avrò voce, continuerò a difendere i miei diritti”, ha dichiarato in passato. E a giudicare dalla sua determinazione, il caso non è ancora chiuso.
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