Condanna a un anno di carcere per Carlo Ancelotti, ex tecnico del Real Madrid e attuale commissario tecnico della nazionale brasiliana, accusato di frode fiscale per l’anno 2014. Lo ha stabilito la Sezione 30 del Tribunale provinciale di Madrid, che ha accolto in parte le richieste della Procura, assolvendolo però per un capo d’imputazione simile relativo al 2015.
La vicenda risale al primo periodo di Ancelotti sulla panchina dei blancos. Secondo quanto emerso, il tecnico avrebbe evaso oltre un milione di euro di tasse sui diritti d’immagine per gli anni fiscali 2014 e 2015, incassando introiti attraverso società estere che, secondo l’accusa, servivano ad aggirare il fisco spagnolo.
La pena, di un solo anno, non comporterà il carcere per l’allenatore italiano: Ancelotti non ha precedenti penali e ha già risarcito il danno con il pagamento di circa 1,5 milioni di euro, effettuato prima della fine del 2021. Inoltre, la condanna è inferiore ai due anni, soglia sotto la quale la legge spagnola consente la sospensione della detenzione per i reati minori.
La Procura aveva inizialmente chiesto una condanna a quattro anni: due per ciascun anno fiscale contestato. Ma i giudici, riconoscendo attenuanti come il risarcimento integrale e la collaborazione, hanno ridotto la pena al minimo.
Ancelotti è stato assolto per il 2015, anno per cui la Procura aveva avanzato un’ulteriore accusa di evasione fiscale da oltre 675mila euro. Il tribunale non ha riconosciuto elementi sufficienti per confermare la colpevolezza del tecnico per quel periodo.
Oltre alla pena detentiva sospesa, Ancelotti dovrà pagare una multa di 386.361 euro, relativa all’anno 2014.
Durante il processo, tenutosi il 2 e 3 aprile 2024, l’allenatore aveva ribadito la sua buona fede:
“Non ho mai avuto intenzione di frodare l’erario. Ho seguito i consigli dei miei consulenti fiscali e del club”, aveva dichiarato in aula.
I suoi avvocati avevano chiesto l’assoluzione, o in alternativa che venissero riconosciute tutte le attenuanti, a partire dall’avvenuto pagamento del debito.
La sentenza arriva a meno di un mese dall’inizio del mandato di Ancelotti come ct del Brasile, incarico che segna una svolta storica per la Seleção, mai affidata prima a un tecnico straniero in tempi moderni. La condanna non avrà ripercussioni pratiche sulla sua carriera, ma rappresenta un passaggio delicato sotto il profilo mediatico e reputazionale.
Quello di Ancelotti è solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di vicende fiscali che hanno coinvolto personaggi del calcio in Spagna: da Lionel Messi a Cristiano Ronaldo, fino a José Mourinho, tutti finiti nel mirino dell’Agenzia delle Entrate iberica per questioni legate ai diritti d’immagine e all’utilizzo di società offshore.
Con la condanna odierna, Carlo Ancelotti si unisce alla lista, pur essendosi già messo in regola con il fisco e scongiurando il carcere. Ora, per lui, l’attenzione torna al campo: la sfida con il Brasile è appena cominciata.
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