Si è concluso nella capitale britannica l'International Tour del Gambero Rosso, un lungo viaggio iniziato lo scorso ottobre a Tokyo che ha celebrato l'eccellenza enogastronomica italiana in 30 tappe in giro per il mondo. L'evento finale ha visto la premiazione di numerosi talenti, con una particolare evidenza per i professionisti sardi, che hanno brillato ottenendo riconoscimenti prestigiosi. La guida ha scrutinato ben 560 tra ristoranti, pizzerie e cantine italiane all'estero, assegnando il massimo dei voti con "Tre Forchette" per i ristoranti, "Tre Bottiglie" per le carte dei vini e "Tre Spicchi" per le pizzerie.
Nella giornata conclusiva del tour, il ristorante Pinna di Londra è stato insignito di Due Forchette. Alla guida del locale c'è Achille Pinna, 57enne chef originario di Sant'Antioco, che ha espresso grande soddisfazione per il riconoscimento: «Il riconoscimento fa tanto piacere. Premia il lavoro di squadra. A me piace tanto aprire nuovi ristoranti, organizzare. Abbiamo avuto sempre un buon riscontro. Ma il mio obiettivo poi è tornare nel mio ristorante a Sant’Antioco. A Londra lascio una brigata in cui sono quasi tutti sardi e bravi». Le sue parole testimoniano un profondo legame con la terra d'origine, pur nel successo internazionale.
Il talento sardo si è distinto in diverse parti del globo. Negli Stati Uniti, Daniele Senis, di San Gavino, ha conquistato Due Forchette per la cucina di SardoMare a Miami, un nome che già evoca l'essenza dell'isola. Spostandosi in Asia, lo chef stellato Alessandro Frau, nato e cresciuto a Cagliari, ha ricevuto il massimo riconoscimento di Tre Bottiglie per le carte dei vini dei suoi ristoranti "Acqua" a Bangkok e Phuket, sottolineando l'eccellenza enologica proposta.
Un dato particolarmente significativo della guida Gambero Rosso 2025 dedicata ai ristoranti italiani all'estero riguarda la Francia, dove ben tre chef sardi hanno ottenuto il massimo punteggio, le ambite Tre Forchette.
A Bordeaux, Giovanni Pireddu, originario di Villaurbana, è stato premiato con il suo ristorante "Tentazioni", definito dalla guida "una gemma nel cuore di Bordeaux". A Parigi, il giovane chef Oliver Piras, di Selargius, ha brillato al fianco della compagna Alessandra Del Favero nel ristorante Il Carpaccio, all'interno del lussuoso hotel Royal Monceau.
Infine, sempre a Parigi, Simone Tondo, chef nato a Macomer e allievo di Carlo Cracco, ha portato il suo "Racines" a un livello di eccellenza, collocato suggestivamente all'interno del Passage de Panoramas.
Giuseppe Carrus, sardo e tra i principali specialisti che compilano le guide del Gambero Rosso, ha sottolineato i rigorosi criteri di selezione: «In effetti selezioniamo con criteri rigidi i migliori ristoranti italiani all’estero. Criteri che sono gli stessi di quelli che utilizziamo anche in Italia. Dunque basati su ingredienti, le ricette che siano legate alla tradizione o rivisitate. E poi importante che all’interno del ristorante estero è che si avverta l’aria dell’Italia. I sardi più quotati emergono alla grande e sono degli chef davvero eccezionali».
Questi riconoscimenti confermano il valore e la capacità degli chef sardi di portare la tradizione e l'innovazione della cucina isolana ai massimi livelli mondiali, mantenendo viva l'autenticità e il "profumo d'Italia" anche a migliaia di chilometri di distanza.
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